La pandemia, la crisi economica, il clima impazzito, la paura per le guerre, il timore di immaginare il proprio futuro: un poker di preoccupazioni striscianti che ha disseminato incubi e mostri nella mente di migliaia di persone cadute in stati depressivi o costrette a fare i conti con ansia, rabbia, bassa autostima, dipendenze e disturbi della personalità.
Non è una novità, anche se preoccupa sempre di più scoprire che quasi la metà di chi chiede aiuto sono giovani con meno di 25 anni, nel pieno dell’età in cui di fronte ai problemi bisognerebbe essere impermeabili.
Secondo i dati dell’Istituto Piepoli, il rapporto delle persone di fronte al timore di rivelare problemi psicologici è cambiato radicalmente: il 70% degli italiani ne è sempre più consapevole e per 9 italiani su 10 il supporto psicologico influenza anche la qualità della vita. Ricorrono all’aiuto dei professionisti il 52% delle donne (contro il 48% dei maschi), in particolare residenti al Nord (45%) e con più di 54 anni di età (39%).
E questo spiega anche le oltre 400mila richieste giunte all’Inps entro il 31 maggio scorso per sperare di ottenere il cosiddetto “bonus psicologo”: un’attesa che per molti sarà stata vana, visto che i 10 milioni di euro stanziati potranno dare sollievo a meno di 7mila persone, il 2% di quanti hanno fatto domanda.
“È finita la pandemia, sono passati quasi due anni dal primo bonus, ma le domande sono sempre tante, ancora più di allora, nonostante molta gente abbia rinunciato in partenza, pensando di non poter accedere al contributo a causa dei fondi limitati – ha commentato David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi - si tratta di numeri considerevoli che dimostrano la grande richiesta di sostegno al benessere psicologico da parte dei cittadini e che devono spingere le istituzioni a favorire ulteriori stanziamenti pubblici per la prevenzione e la cura nel campo della salute psicologica. Questa infatti è solo la punta dell’iceberg del disagio psicologico per il quale il bonus rimane ancora incredibilmente l’unica risposta pubblica, con risorse tra l’altro inadeguate per rispondere alle migliaia di richieste. Oltre al bonus, gli italiani aspettano lo psicologo scolastico e quello di base”.
La precedenza va ovviamente a chi non può permettersi un ciclo specialistico, con una graduatoria stilata in base all’Isee in cui in caso di parità varrà l’ordine cronologico di presentazione delle domande. Per l’esattezza, un Isee inferiore alla soglia dei 15mila euro avrà diritto ad un bonus di 50 euro a seduta fino ad un massimo di 1.500 euro, mentre con Isee compreso tra 15 e 30mila euro si accede ad una quota massima di 1.000 euro, per finire con gli Isee tra 30 e 50mila euro, che hanno diritto a 500 euro di bonus.
Ma non è escluso, come lo scorso anno, che alla fine i bonus possano arrivare a 1.500 euro per 6.666 persone, appena l’1,6% dei richiedenti, uno ogni 50. Mentre nell’ipotesi che quest’anno la maggioranza delle domande arrivi dalla fascia Isee compresa tra 30 e 50mila euro, soglia che dà diritto a 500 euro, il numero di beneficiari salirebbe a 20mila persone, il 5% del totale.
“Per consentire l’istruttoria delle domande e la corretta elaborazione delle graduatorie regionali/provinciali – spiega l’Inps – i richiedenti in possesso di un’attestazione Isee rilasciata con omissioni e/o difformità, hanno 30 giorni di tempo per regolarizzare il documento. Trascorso il termine, nel caso in cui la difformità permanga, la domanda viene considerata improcedibile ai fini dell’erogazione della prestazione”. Di seguito, l’Inps provvederà a elaborare e pubblicare le graduatorie sulla base delle risorse finanziarie disponibili e comunicherà ai beneficiari, attraverso i recapiti della sezione “MyINPS”, l’importo assegnato e il codice univoco per usufruire delle sedute di psicoterapia. L’Istituto ricorda che sono concessi 270 giorni di tempo per usufruire del Bonus psicologo dalla pubblicazione delle graduatorie.
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