Tra gli obiettivi della digitalizzazione vi è quello di semplificare la vita dei cittadini, ma su questo non vi è accordo unanime. Con la messa in atto del primo lockdown per diminuire i contagi da Covid-19, il processo innovativo è stato accelerato in modo notevole.
La digitalizzazione è considerata una necessità trasversale. Essa riguarda il continuo e necessario aggiornamento tecnologico nei processi produttivi e nelle infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset; la scuola, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative e, nella qualità degli edifici; la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini.
La questione privacy e dati personali continua ad essere un argomento dibattuto, ma non si può negare che gli accessi alle piattaforme social aumentano sempre di più, con il comune consenso, quindi, ad inserire e rendere pubblici i propri dati personali. Con l’avvento della pandemia, anche lo SPID, ovvero, il Sistema Pubblico di Identità digitale composta da una coppia di credenziali (username e password) strettamente personali utilizzate per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti, inizia ad essere richiesto da un notevole numero di cittadini. L’identità digitale, infatti, dovrà esser utilizzata anche per accedere all’area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate.
Una nuova tecnologia non potrà mai essere sfruttata al meglio se chi la utilizza non ha le competenze adatte per poterla utilizzare, correndo il rischio quindi che lo strumento tecnologico anziché semplificare complichi la circostanza ancora di più. L’Italia, purtroppo, anche in termini di competenze digitali occupa una posizione inferiore rispetto agli altri Stati europei, e questo non è certamente un vantaggio per l’introduzione di nuovi strumenti digitali.
Ad ogni modo, è importante ricordare che nel corso degli anni i cambiamenti e le piccole innovazioni sono state molteplici, seppur con malumori iniziali con il passare del tempo il cambiamento è stato accettato e anche gradito.
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