Le accise sui carburanti sono delle imposte dovute, dalle imprese produttrici e distributrici di carburante, allo Stato ma che vengono interamente incluse nel prezzo finale di vendita del carburante e quindi pagate interamente dal consumatore. Possono rappresentare circa il 50% del costo del carburante. Il Governo ha previsto per il 2024 un taglio per le accise sui prodotti energetici per usi civili, misura confermata nella riforma fiscale 2024.
Quanto incidono le accise sui carburanti? - Le accise sono tasse applicate sui carburanti quali benzina, gasolio, GPL e metano, per far fronte a esigenze di cassa da parte dello Stato. Per l’esattezza dovrebbero finanziare le emergenze nazionali come guerre, calamità naturali, emergenze sanitarie.
Le accise hanno un’incidenza molto elevata sul prezzo finale dei carburanti che dipende da 3 componenti:
- il costo del prodotto sul mercato;
- l’accisa che insiste sul prodotto formata da tre componenti: accisa base (imposizione standard applicata a ogni litro di carburante), accise regionali (tasse aggiuntive applicate in alcune regioni) e accisa per fini ambientali (imposta destinata a finanziare progetti per la tutela dell’ambiente);
- l’IVA.
Dai dati ricevuti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), l’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina un po' meno sul diesel e circa il 18% sul GPL. Aggiungendo l’IVA al 22% (calcolata sul costo del netto a cui si aggiunge poi l’accisa) il carico sale ancora di più. La somma di imposte (IVA) e varie accise, ammonta addirittura al 58,2% del prezzo che si paga per la benzina e al 51,1% di quello del gasolio per il diesel. Questo rende l’Italia uno dei paesi europei con il più alto carico fiscale sui carburanti.
Cosa cambia con la riforma fiscale - La riforma fiscale 2024 cambia i princìpi e i criteri direttivi per l’attuazione della delega con riferimento alle accise e alle altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi. Il testo approvato prevede:
- la rimodulazione delle aliquote di accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica, nonché sul teleriscaldamento in modo da tener conto dell’impatto ambientale di ciascun prodotto;
- la promozione della produzione di energia elettrica, di gas metano o di gas naturale o di altri gas ottenuti da biomasse o altre risorse rinnovabili e la rimodulazione della tassazione sui prodotti energetici impiegati per la produzione di energia elettrica per incentivare l’uso di quelli più compatibili con l’ambiente;
- agevolazioni in materia di accisa sui prodotti energetici, con particolare riferimento ai sussidi ambientalmente dannosi.
Ma come cambieranno le norme sulle accise dei carburanti per il trasporto, lo sapremo solo quando verrà emanato il decreto specifico.
Quale impatto hanno le accise sulle aziende e sul business travel – Le accise rappresentano una spesa operativa significativa per le aziende che dipendono da veicoli a benzina, come quelle nel settore dei trasporti, delle consegne o che hanno flotte aziendali. Dipende dalle accise la loro capacità di mantenere i prezzi competitivi e la loro redditività generale. Anche per le aziende che richiedono viaggi d’affari frequenti, il costo del carburante può rappresentare una parte importante del budget di viaggio.
Alcune strategie per ridurre i costi di viaggio relativi al carburante – Per le aziende e per i consumatori che cercano di ridurre l’impatto delle accise sui loro costi di carburante, ci sono diverse opzioni:
- l’utilizzo di servizi di car sharing o la scelta di mezzi di trasporto alternativi può ridurre la dipendenza dai carburanti tradizionali;
- in alcune zone di confine, è possibile risparmiare acquistando carburante in paesi limitrofi con accise inferiori;
- alcuni biocarburanti possono godere di accise ridotte rispetto ai carburanti tradizionali;
- l’acquisto di veicoli elettrici, esenti dalle accise sui carburanti tradizionali, rappresenta una scelta sempre più adeguata ai tempi.