Sembra un pesce d’aprile, l’antica tradizione di organizzare scherzi il 1° aprile di ogni anno, ma quest’anno quello del primo giorno del prossimo mese non è affatto uno scherzo.
Tra una manciata di ore si chiude l’era del contributo straordinario “Bonus sociale luce”, con conseguente adeguamento degli importi. La chiusura del contributo economico straordinario è mitigata dalla fine della stagione invernale, dal calo del prezzo della luce registrato nel marzo scorso e dal generale rallentamento dell’inflazione, che tuttavia continuerà a lasciare per lungo tempo strascichi sulle famiglie più indigenti. Nel 2023, l’aumento dei tassi di interesse, dei pezzi dei generi alimentari e delle materie prime per l’energia hanno influito per il 41,5% sul totale dei consumi delle famiglie italiane, con un +4,9% rispetto al lontano 1995, anno che se messo a paragone con il 2023 evidenzia in modo chiaro che il prezzo medio dei beni commercializzabili è cresciuto di quasi il 53%, mentre quello delle spese obbligate è aumentato del 120% e la componente energia si è addirittura impennata, sfiorando quasi il +175%. Una serie di sciagurate congiunture dovute a un misto di crisi economiche e instabilità geopolitiche che aveva spinto il Governo a varare il contributo straordinario Bonus Luce, introdotto come aiuto ai nuclei familiari in difficoltà lo scorso anno e riconfermato dalla Legge di Bilancio nell’ultimo trimestre 2023 e nel primo del 2024.
Fino ad oggi, il Bonus sociale luce si sommava a quello ordinario, mentre dal prossimo mese si torna alla versione base del bonus sociale elettrico, con importo stabilito dall’Arera non uguale per tutti ma fissato in base al numero di componenti del nucleo familiare, così come indicato nella Dichiarazione Sostitutiva Unica.
Con la scomparsa del contributo straordinario, cala inevitabilmente l’importo che sarà uguale ogni mese e corrisposto per motivi di indigenza o disagio fisico, motivo quest’ultimo che apre al diritto di uno sconto in base ai consumi e alle fasce di potenza in kW. Diverse anche le modalità: per chi accede all’agevolazione per disagio fisico non è necessario l’Isee e la domanda va presentata al Comune di residenza, mentre per motivi di povertà valgono i requisiti di Isee e non è necessario fare domanda poiché il beneficio viene erogato in maniera automatica a patto che si compili la Dsu e si sia in possesso dell’Isee 2024.
Per l’anno in corso, potranno accedere al Bonus sociale luce le famiglie con Isee non superiore a 9.530 euro, limite che raddoppia 20.000 euro in caso di famiglia con 4 o più figli. Le famiglie con Isee compreso tra 9.530 e 15mila euro (con meno di 4 figli), possono comunque beneficiare del bonus con importi pari all’80% di quelli ordinari, a patto che non siano trascorsi 12 mesi dalla presentazione dell’Isee 2023.
Per un nucleo familiare con 1-2 componenti il bonus bollette annuale sarà di 142,74 euro e quello mensile di 11,7, salendo alle famiglie con 3-4 componenti il bonus bollette annuale si incrementa a 183 euro e quello mensile di 15 euro, per finire con le famiglie con più di 4 componenti, che potranno contare su un bonus bollette annuale di 201,3 euro e mensile di 16,5.
L’attenzione verso le famiglie numerose è stata una scelta necessaria dettata dai dati Istat analizzati dall’osservatorio povertà educativa #conibambini di Openpolis, che certificano la correlazione tra povertà e numero di figli. Secondo i dati più aggiornati, in Italia le famiglie in povertà assoluta sono l’8,3% del totale, ma con differenze fra chi ha un solo figlio (8,7%), chi due (13,2%) o ancora chi tre o più (20%).
Se è vero che i livelli dei mercati dell’energia sono tornati a quelli di giugno 2021, prima della crisi energetica dovuta in massima parte alla guerra in Ucraina, è altrettanto vero l’Ufficio studi della Cgia di Mestre rileva che le bollette per la luce pagate dalle famiglie in media sono aumentate di 153 euro, ovvero +24,2% in tre anni.
© FISCAL FOCUS Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata