Se ne parla sempre di più e le richieste sono sempre più concrete: la sostenibilità e l’ambiente sono oggi, per i consumatori e dunque per i produttori, un importante valore. L’atteggiamento della popolazione è sempre più propositivo rispetto a queste tematiche. Per le aziende diventa così fondamentale trasmettere sempre più fiducia ai consumatori, ma ancora prima nell’agenda devono esserci leggi che favoriscano un sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini e una spinta innovativa sempre più energica. È quello che emerge da un’indagine DNV, ente indipendente che opera a livello internazionale per lo sviluppo della sicurezza e sostenibilità delle performance. Sarebbero proprio le conoscenze e la consapevolezza dei consumatori, secondo i dati raccolti, gli elementi essenziali per il decollo dell’economia circolare. Un modello produttivo che sappia essere sempre più puntuale e sostenibile – per le tasche e per l’ambiente – che guardi a condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento o riciclo, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e lasciare i prodotti in circolo il più a lungo possibile.
Presa di consapevolezza - Si inizia con un dato positivo: solo il 35,8% degli intervistati non ha mai sentito parlare di economia circolare. Il 45%, invece, la conosce approfonditamente e vi partecipa in modo attivo, con un’evidente maggioranza tra le generazioni più giovani. Quello che emerge dall’indagine è anche come ci sia altresì consapevolezza della complessità delle dinamiche intorno all’economia circolare, e di quanto sia una sfida da affrontare a più livelli. Quelle che vengono viste come problematiche più urgenti sono senza dubbio quelle più vicine, anzitutto riducendo rifiuti e sprechi d’acqua, ma anche tenendo conto del proprio impatto d’acquisto. Più del 48%, infatti, afferma di preferire prodotti con materiali riciclati, e più del 60% di preferire prodotti di seconda mano o una riduzione degli acquisti.
Plastic free - Sotto la lente d’ingrandimento, anzitutto, la plastica: c’è una grande attenzione nel suo consumo e utilizzo, oltre, senza dubbio, a una grande concentrazione mediatica sul tema. Quasi la metà degli intervistati afferma di aver deciso di non acquistare un prodotto perché l’imballaggio non era sostenibile. Sono favorite perciò le aziende che investono in materiali riciclabili e riciclati, anche se l’esigenza di innovazione e norme che regolino la circolarità della plastica è sempre più sentita.
Mancanza di informazioni - La nota negativa è che il 61% degli intervistati, una fetta dunque maggioritaria, ha sentito parlare di economia circolare e sostenibilità anzitutto tramite social o ricerche sul web. Subito dopo TV o radio, ma solo il 30% ne è venuto a conoscenza da dibattiti politici o programmi elettorali. Segno, non positivo, che ambiente e un nuovo approccio produttivo in grado di salvare le future generazioni non siano ancora affatto una priorità istituzionale. Poco più del 20%, poi, è entrato in contatto con queste tematiche grazie ad amici coinvolti nelle cause ambientali, ma solo il 20,9% grazie alla comunicazione delle aziende. Solo un rispondente su 5 ha citato le informazioni presentate direttamente dai produttori e fornitori, evidenziando l’esigenza per le aziende di veicolare in modo più efficace il loro messaggio e costruire una relazione di fiducia. La lacuna sembrerebbe, dunque, proprio questa carenza di informazioni, rendendo urgente dare la priorità alla sensibilizzazione dei cittadini, offrendo notizie e dati validati e affidabili.
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