L’economia italiana procede a ritmo sostenuto, oltre le aspettative, tant’è che la Commissione europea, ha rivisto al rialzo il Pil dell’anno corrente, +5% rispetto al +4,2% nei dati di primavera. Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, l’ha definita una cifra da “boom economico”.
Al contempo, viene rivista al ribasso la previsione per il prossimo anno (4,2 piuttosto che 4,4%), la stima però è caratterizzata da un eccesso di prudenza, infatti i tecnici di Bruxelles non hanno considerato l’effetto delle riforme contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma solo quello degli investimenti. Considerando le stime, il Pil italiano dovrebbe ritornare ai numeri pre-pandemia durante il 2022, con un leggero ritardo rispetto ad altri Paesi europei, che riusciranno quest’anno.
Lo spiccato ottimismo che trapela da Bruxelles, coinvolge non solo l’Italia ma anche i dati dell’eurozona e dell’Ue, con un rialzo, rispettivamente, del 4,8% nel 2021 e del 4,5% nel 2022 per ambedue. In relazione alle previsioni economiche di primavera, il tasso di crescita in riferimento al 2021 è significativamente maggiore nell’Unione europea (+0,6%) e nell’area euro (+0,5%), nel 2022, invece, è superiore in entrambe le aree (+0,1, sul 4,4%).
Il Pil, dunque, tornerà ai livelli pre-pandemia nell’ultimo trimestre del 2021 sia nell’Ue che nell’eurozona. Per quanto concerne l’eurozona, si tratta di un semestre d’anticipo rispetto alle previsioni di primavera e la crescita dovrebbe migliorare a causa di diversi fattori, primo tra tutti l’attività che nel primo trimestre dell’anno ha superato le aspettative. Secondariamente, il buon andamento della campagna vaccinale ha consentito un calo di nuovi contagi e ricoveri, che hanno permesso di allentare le misure restrittive, consentendo ai membri dell’Ue di riaprire le loro economie nel trimestre successivo.
I consumi privati, gli investimenti e l’occupazione, grazie anche al Recovery, dovrebbero rappresentare i principali fattori di crescita, anche dei partner commerciali dell’Ue che dovrebbe, di conseguenza, avvantaggiare l’esportazione di beni dell’Unione, al contrario, le esportazioni di servizi, potrebbero risentire dei restanti vincoli al turismo internazionale.
Per quanto concerne il tasso di inflazione per quest’anno e il prossimo è rivista al rialzo. Nell’anno corrente si stima una pressione al rialzo sui prezzi al consumo pari al 2,2% (+0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni di primavera) e dell’1,6% nel 2022 (+0,1 punti percentuali).
L’aumento è dovuto ai seguenti fattori:
- Aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime;
- Strozzature della produzione a causa di vincoli di capacità e carenza di alcuni componenti di input e materie prime;
- Forte domanda sia in patria che all’estero.
Le pressioni sopracitate dovrebbero diminuire, gradualmente, con la risoluzione dei vincoli della produzione e con la convergenza tra la domanda e l’offerta.
Infine, si evidenzia che migliorano, lentamente, anche le condizioni del mercato del lavoro ma le prospettive non dipendono, esclusivamente, dalla velocità della ripresa, ma anche dai tempi di ritiro del sostegno politico e dal ritmo con cui i lavoratori vengono inseriti nuovamente tra i settori e le imprese. Gentiloni, tra l’altro, considera il ritiro del blocco dei licenziamenti italiano come parte delle politiche incoraggiate a livello europeo di un ritiro selettivo e graduale delle misure di sostegno.