L’hanno chiamato il “28esimo regime fiscale” per un motivo molto semplice e molto egoistico: i 27 Paesi membri dell’UE hanno proprie leggi commerciali e nessuno sembra disposto a rinunciarci. Così, l’unica via possibile è quella di creare un “28esimo Stato virtuale, in cui valga un diritto commerciale unico e valido per tutta l’Europa che può essere liberamente scelto da una PMI di qualsiasi Paese”.
La curiosa idea del 28esimo regime è di Enrico Letta, ex premier, ex ministro, ex segretario del PD ed ex parlamentare italiano, e sta lentamente guadagnando terreno nei corridoi delle sedi UE come unico percorso transitabile per rendere ancora più robusto l’ecosistema tecnologico europeo, affollato da startup e piccole e medie imprese che perdono tempo ed energie per stare dietro alla solita burocrazia asfissiante. In pratica, si tratta di stabilire una serie di regole e norme uniformi che oltre a standardizzare i processi di investimento semplifichi le attività transfrontaliere creando un quadro unificato per le stock option dei dipendenti.
L’ispirazione nasce sulla falsariga della “Delaware C Corporation”, un tipo di società propria dello Stato della East Coast americana che consente di operare in tutti gli Stati Uniti assicurando una serie di vantaggi e privilegi come un sistema giuridico favorevole, un livello basso di imposizione fiscale e un moderno sistema societario. Non a caso, il 67% delle aziende “Fortune 500”, l’elenco delle più potenti e ricche a livello globale, a cominciare da quattro colossi come “Walmart”, “Amazon”, ExxonMobil” e “Apple”, hanno sede in Delaware.
Al contrario, l’Europa vive di un arcipelago frammentato in centinaia di norme, regole e barriere nazionali che rallentano la crescita impedendo di “liberare il vero potenziale europeo”, come ha ammesso la presidente Ursula von Der Leyen: “Una startup californiana è libera di espandersi e raccogliere fondi in tutti gli Stati Uniti, mentre le nostre aziende devono ancora affrontare troppe barriere nazionali che rendono difficile lavorare in tutta Europa e troppi oneri normativi”.
A sostegno dell’idea di una nuova entità giuridica paneuropea è nata “EU Inc”, una campagna che ha raccolto migliaia di adesioni, comprese quelle di figure di spicco come lo stesso Gianni Letta e l’ex premier italiano Mario Draghi, ma anche di Niklas Zennström, imprenditore svedese fondatore di “Skype”, Patrick Collison, miliardario 35enne ideatore dell’unicorno “Stripe” e Andreas Klinger, CTO di “On Deck”, che da tempo accusa l’Europa di viaggiare a scartamento ridotto per via dell’attrito provocato dalle diverse regolamentazioni dei Paesi membri, colpevoli in questo modo di affossare anche le migliori idee.
A sostegno di EU Inc. anche “France Digitale”, associazione fondata nel 2012 da 33 imprenditori e investitori francesi del settore informatico e dei media, e “Index Ventures”, società di venture capital specializzata nell’e-commerce, fintech, mobilità, gaming e security. Secondo Martin Mignot, partner di Index Ventures, “l’esperienza con le lobby in Europa ha dimostrato che nonostante le riforme di questo tipo richiedano tempo, il potenziale impatto sul settore tecnologico europeo potrebbe essere notevole”.
Ma nessuno, in effetti, si nasconde che la strada verso il 28esimo regime potrebbe essere piena di salite e dirupi, come hanno dimostrato in passato iniziative tipo la “Societas Europaea”, simile negli intenti ma depotenziata negli effetti pratici per via delle granitiche leggi nazionali, che sul più bello hanno messo la freccia e superato tutto il resto.
Uno dei punti che più fa discutere si concentra sulla regolamentazione del capitale sociale minimo, passaggio che secondo alcuni rischia di impantanare il cammino del diritto societario unificato se queste finissero per seguire modelli troppo rigidi come quello tedesco o austriaco. France Digitale propone una più democratica “società da 1 euro”, soluzione che garantirebbe accessibilità e coerenza normativa in tutta l’UE. Il secondo passaggio nevralgico riguarda invece il Regno Unito, che per via della Brexit non permetterebbe alle startup britanniche di aderire, a meno di una collaborazione bilaterale.
La petizione EU Inc sarà presentata ufficialmente il prossimo 1° dicembre, e la speranza delle migliaia firmatari è che sia inserita tra le priorità della UE.