15 aprile 2025

La Lapet condivide gli obiettivi dell’Ue, più concorrenza e meno riserve

Comunica stampa Lapet

Autore: Redazione Fiscal Focus
“Le regole – troppe e troppo frammentate – penalizzano, soprattutto nel settore dei servizi, l’iniziativa individuale…” lo ha affermato il professor Mario Draghi in una recente audizione presso le commissioni riunite bilancio, attività produttive e politiche Ue della Camera dei deputati e commissioni politiche Ue, bilancio e industria del senato, in merito al “rapporto sul futuro della competitività europea”.

Un principio perfettamente in linea con quanto da sempre sostenuto dalla Lapet. Ed infatti il presidente nazionale Lapet Roberto Falcone, apprezzando l’intervento di Draghi ha ricordato: “Abbiamo da sempre creduto nella libertà dell’esercizio professionale. Da tempo ormai ci facciamo promotori, sia a livello nazionale che europeo, della necessità di offrire alle nuove generazioni l'opportunità di costruire il loro futuro nel mercato del lavoro e di attuare interventi rivolti a eliminare le riserve inutili”.

Ed anche secondo Draghi, le regole eccesive non solo limitano la libera circolazione dei servizi, ma “scoraggiano lo sviluppo dell’innovazione, penalizzano la crescita dell’economia.
All’introduzione di nuove regole gli Stati membri spesso tralasciano di adeguare le normative nazionali e nei casi in cui le direttive della commissione prevedano un’armonizzazione minima, aggiungono a esse altre prescrizioni nazionali che differiscono tra paesi.

Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale ha mostrato come l’eccesso di regolamentazione e specialmente la sua frammentazione abbia contribuito a creare delle barriere interne al mercato unico che equivalgano a un dazio del 45% sui beni manifatturieri e del 110% sui servizi…” (estratto dall’audizione citata). Ora, dunque, a fronte delle diverse iniziative che la commissione europea ha posto in essere, la Lapet è come sempre pronta ad offrire il suo contributo in termini di osservazioni e proposte. Ci riferiamo in particolare al “Clean Industrial Deal” e al primo “pacchetto Omnibus” che la commissione ha presentato lo scorso 26 febbraio. In materia e su invito del Mimit l’associazione, nell’ambito di Assoprofessioni, ha preso parte lo scorzo 7 marzo ad un momento di confronto, e successivamente ha trasmesso apposito documento alla preposta direzione generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l'innovazione, le PMI e il Made in Italy.

“Tra gli altri temi riportati nel documento, abbiamo focalizzato l’attenzione sul capitolo che attiene la “Competitività e Decarbonizzazione”. Nell'ambito della competitività rientra infatti anche l'obiettivo di liberalizzazione delle professioni. Ciò è in linea con quanto previsto dal Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029 dell’Italia che, nel paragrafo dedicato alle “riforme e investimenti in materia di ambiente imprenditoriale”, richiama ad adottare le leggi annuali sulla concorrenza per favorire l'efficienza e la crescita economica, anche attraverso la liberalizzazione e l'eliminazione dei colli di bottiglia e delle barriere all'ingresso” ha spiegato Falcone.
Le riforme in esame pertanto sono di particolare interesse per l’associazione che in tutte le interlocuzioni con i referenti istituzionali da tempo sottolinea la necessità che vengano rimossi gli ostacoli esistenti all’accesso e all’esercizio delle attività professionali, in particolare per quelle non regolamentate di cui alla legge n. 4/2013, che sono al momento le più limitate a livello nazionale. In conclusione, “crediamo che il Clean Industrial Deal ed il pacchetto Omnibus possano tradursi in opportunità di crescita professionale, se ben gestiti.

Ovvero, non agire ad esclusivo beneficio dei professionisti ordinistici, bensì considerare anche i professionisti di cui alla legge n.4/2013 in quelle strategie di accesso alle nuove skills e competenze che la commissione ha previsto nel prossimo futuro – ha auspicato Falcone - Si tratta di ristabilire un sistema equo nel mercato del lavoro italiano tra le professioni ordinistiche e non e soprattutto conformarsi a quanto stabilito a livello europeo in tema di libera concorrenza e di proporzionalità negli ostacoli esistenti o aggiunti dalla legislazione vigente o in itinere, rispetto agli obiettivi che si intendono raggiungere, in linea con quanto previsto dalla direttiva Ue n. 2018/958 sul test di proporzionalità”
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