Si sa, crescendo l’elenco dei rimpianti si fa ad ogni anno più lungo, ma nessuno avrebbe immaginato di dover aggiungere all’inventario del rammarico un lungo arco di tempo che allora non capivamo quanto fosse tranquillo e placido: quello del mercato tutelato dell’energia.
Quando nella buca delle lettere si materializzava la bolletta, quel foglietto illeggibile che a malapena meritava un’occhiata, ma dove tutto in fondo era più semplice e lineare. La cifra da pagare saliva un po’ quando c’era il conguaglio, ma per il resto era sempre uguale, inscalfibile e puntuale come il Natale.
Ma da quando le regole sono cambiate, il 1° luglio scorso, sul popolo italiano si è abbattuta la mannaia dell’incertezza, l’angoscia del dubbio e la ghigliottina del timore di dover imparare una nuova disciplina: slalomare tra le offerte che in quanto tali sembrano sempre la soluzione giusta, salvo poi rivelarsi una condanna senza appello.
Anzi, secondo un’elaborazione di “Assium” (Associazione Italiana Utility Manager) realizzata sui dati dell’Arera, gli italiani dal 1° luglio scorso non sanno più come districarsi, finendo per fare scelte “controproducenti” che hanno come ovvia conseguenza bollette decisamente salate. Un esempio pratico? La ricerca dimostra che nel primo semestre del 2024 l’importo medio della bolletta della luce oscillava sui 725 euro all’anno per i contratti a prezzo variabile e 653 per quelli a prezzo fisso, ovvero il 15,3 e il 3,8% in più rispetto alla bolletta media della maggior tutela, assestato sui 629 euro.
Scendendo nel dettaglio dell’energia elettrica, un gran numero di italiani in tre anni – fra il 2022 ed il 2024 - ha cambiato fornitore o ha scelto di passare al mercato libero finendo per farsi andare bene offerte molto meno vantaggiose, malgrado quelle più favorevoli non mancassero, “al punto che nel primo semestre 2024 la quota di clienti che ha scelto un’offerta poco conveniente ha raggiunto il 22,6% per i contratti a prezzo variabile e addirittura il 43,6% per quelli a prezzo fisso”, precisa Assium aggiungendo che sul portale Arera 33 offerte della luce (l’1,6% di quelle a disposizione), erano molto più convenienti di quelle a maggior tutela.
La faccenda cambia per le offerte a prezzo fisso del gas: nel primo semestre 2024, per il cliente domestico tipo (consumo annuo di 1.400 Smc), risultavano disponibili circa 46 offerte più convenienti del Servizio di tutela della vulnerabilità, il 3,8% di quelle disponibili. Sul mercato libero la spesa annua media si aggira sui 1.491,89 euro per le offerte a prezzo variabile e di 1.083,81 per quelle a prezzo fisso, a fronte di una bolletta annua del Servizio di vulnerabilità pari a 1.481,83 euro. Un modo raffinato per spiegare che chi per il gas ha scelto le offerte più convenienti a prezzo variabile spende in media lo 0,67% all’anno in più rispetto agli utenti vulnerabili, mentre chi ha optato per quelle a prezzo fisso più convenienti risparmia il 26,8%.
“I dati di Arera dimostrano come i consumatori italiani siano ancora molto confusi sul fronte delle forniture di luce e gas - commenta il presidente di Assium, Federico Bevilacqua –non conoscono le offerte disponibili sul mercato e, quando cambiano fornitore, nella maggior parte dei casi scelgono offerte non convenienti che fanno crescere anche di molto la spesa per le bollette. Il mercato offre enormi potenzialità di risparmio, ma gli utenti non lo sanno. Per questo la figura dell’utility manager assume un’importanza fondamentale, trattandosi di un professionista in grado di seguire passo passo il consumatore, dalla scelta del gestore alla fase post-vendita”.
A scanso di equivoci, meglio ricordare ancora una volta che le proposte contrattuali possono essere comparate sul Portale Offerte, un motore di ricerca gestito da Acquirente Unico, società controllata dal Mef che fornisce informazioni sul funzionamento e le evoluzioni dei mercati dell’energia elettrica e del gas.
Il mercato tutelato resterà attivo ancora per 3 anni, ma riservato soltanto ai utenti vulnerabili: anziani sopra i 75 anni, soggetti con disabilità e chi ha attivato un’utenza in una struttura abitativa di emergenza per eventi calamitosi. Per tutti gli altri la tutela è finita da un pezzo. Sigh.