22 novembre 2024

L’effetto Trump fa volare le criptovalute

L’impennata delle quotazioni, che ormai sfiorano la soglia psicologica dei 100mila dollari, favorita da una serie di promesse elettorali che, secondo gli esperti, potrebbero non essere tutte realizzabili

Autore: Germano Longo
A parte i milioni di americani che l’hanno votato, a salutare il festoso ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ci ha pensato il mondo delle criptovalute, salito del 33% nel giro di una settimana fino a sfiorare la quota “monstre” dei 100mila dollari – il punto massimo della sua storia – malgrado nelle stesse ore il dato su base annua mostrasse un’inflazione in netta risalita.

Un effetto, quello sulle criptovalute, che dopo mesi di incertezze legate a fattori macroeconomici e normativi non era difficile da immaginare, visto che Donald e il fido Musk non hanno mai smesso di ripetere il loro sogno nel cassetto: un mondo dove la moneta virtuale sia libera di circolare anche nelle piccole spese di tutti i giorni, dal taxi al panettiere. Un altro indizio è la presenza di Howard Lutnick al fianco del neo presidente a stelle e strisce e del visionario sudafricano: miliardario a sua volta, AD della Cantor Fitzgerald, da sempre forte sostenitore delle criptovalute, Lutnick ha assunto il ruolo di capo del gabinetto che si occupa della transizione con il team del presidente uscente Biden. Mettendo tutto insieme, si spiega forse la prima frase pronunciata da Donald all’indomani della vittoria: “sarà una nuova età dell’oro”.

È la politica, baby, quella macchina tritarifiuti in cui tutto e il contrario di tutto sono pura normalità, come ad esempio ricordare che proprio Trump in passato aveva definito le criptovalute “una truffa”. Roba vecchia, superata: la nuova immagine del presidente capace di un bis storicamente difficile fa battere i cuori agli operatori delle criptovalute, che si aspettano una regolamentazione più morbida, una revisione delle stringenti norme federali e perfino la promessa di mettere insieme una riserva strategica di criptovalute sufficiente a rendere gli Stati Uniti “la capitale mondiale del bitcoin”.

La scalata inarrestabile della moneta virtuale, oltre ad aver fatto la propria parte nella sconfitta di Kamala Harris, che più volte aveva annunciato di voler rendere la vita difficile all’universo cripto, sta iniziando a fare qualche vittima. Nei giorni scorsi la capitalizzazione della più grande delle divise digitali ha messo la freccia superando nientemeno quella dell’argento, assestandosi su 1.810 miliardi di dollari contro 1.750. E lo stesso è accaduto con colossi come Meta, Tesla, Berkshire Hathaway (la holding di Warren Buffett), JP Morgan e perfino la Saudi Aramco, l’intoccabile colosso saudita del petrolio.

“Con Trump sembra prospettarsi un domani roseo per le criptovalute, viste anche le dichiarazioni in cui si impegnava a fare degli Stati Uniti un hub globale per il trading e lo sviluppo di questa classe di attività – commenta Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares – a sostenere il settore dovrebbe arrivare anche la tendenza del tycoon a favorire una certa deregolamentazione dell’economia, cosa che potrebbe aprire ulteriori nuove possibilità, creando anche migliaia di posti di lavoro a livello nazionale”.

Ma su quella che sembra una prateria dove i coniglietti saltano felici e non c’è traccia di cacciatori con la doppietta, le perplessità non mancano. Diversi esperti si chiedono quanto possa durare l’entusiasmante effetto Trump sulle criptovalute e altri ancora dubitano che la situazione possa reggere fino al 20 gennaio 2025, quando Donald tornerà a prendere possesso della Casa Bianca, rendendo a quel punto difficile riuscire a mantenere uno dopo l’altra tutte le promesse fatte in campagna elettorale.

Ma secondo un’altra corrente di pensiero, il mondo cripto sta guadagnando terreno ovunque, anche nella Vecchia Europa, con un livello crescente di accettazione da parte degli investitori retail e di quelli istituzionali. “Il sistema finanziario internazionale va verso un aumento del volume degli scambi delle criptovalute nei prossimi anni, accompagnato da una loro sempre più ampia accettazione, anche nei pagamenti con circuiti come Visa, Mastercard e Paypal. Stiamo assistendo alla convergenza tra finanza tradizionale e digitale”.
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