Da uno studio di Nomisma per conto di ASSOBIBE ossia il ramo di Confindustria dei produttori di bevande analcoliche, emerge che la sugar tax avrà un impatto negativo sulle aziende italiane.
Tale tassa, che rientra nella categoria delle imposte correttive, è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2020 e dovrebbe entrate in vigore nel mese di gennaio 2022. Il fine è quello di disincentivare il consumo spropositato di zuccheri da parte degli adolescenti, in modo da salvaguardare la salute ed evitare l’insorgere di malattie, tra cui l’obesità.
Nel dettaglio, la misura avrà delle conseguenze sulle bevande alcoliche edulcorate:
- 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti;
- 0,25 euro per kg nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione.
L’edulcorante è una sostanza naturale o sintetica che dà un sapore dolce.
Tuttavia, la tassa non interesserà:
- le bevande con edulcorante inferiore o uguale a 25 gr per litro;
- i prodotti finiti e a 125 gr per kg;
- i prodotti utilizzati a previa diluizione;
- gli articoli destinati all’export.
Tra l’altro, dal report si evince che la filiera del beverage italiano subirà i seguenti effetti:
- contrazione del 16% del mercato;
- diminuzione di 180 milioni di euro di fatturato rispetto al 2019.
Inoltre, nel 2023, ci sarà una perdita di 344 milioni di euro, rispetto al 2019.
Per quanto concerne l’occupazione, si prevede che 5.000 lavoratori saranno a rischio:
- -5,5% di dipendenti nelle fasi a monte;
- -2,0% nella produzione;
- -6,5% nella fase a valle.
Il report considera, soprattutto, le PMI italiane, le quali rappresentano il 64% delle aziende totali del settore.
A rischio, anche, il settore del Made in Italy, nel quale sono incluse: aranciate, limonate, gassose, cedrate, spume e chinotti. L’imposta, infatti, potrebbe far diminuire del 17% i consumi domestici, in particolare, si potrebbe verificare una perdita del 12% di bevande gassate e del 30% di bevande non gassate.
Infine, gli altri canali di acquisto che versano già in difficoltà a causa delle misure restrittive correlate al Covid, come bar e ristoranti, subiranno un calo delle vendite del 9%, il quale influirà sul lavoro di grossisti, distributori e punti vendita.
Alla luce di ciò, Confagricoltura si dice preoccupata delle ripercussioni che potrebbe subire, anche, il settore saccarifero italiano.