Gli anni 2020-2021 legati alla pandemia hanno rappresentato momenti importanti in termini di erogazione del credito alle imprese, grazie all’intervento dello Stato nella concessione di garanzie pubbliche. Attualmente, le condizioni di accesso al credito da parte delle imprese sono molto più stringenti e rigide.
Le domanda da porsi sono: l’Istituto di credito cosa analizza nella fase di richiesta di finanziamento? Quali documenti deve predisporre il Dottore commercialista nel ruolo di supporto alle aziende?
Il primo step sarà quello di comprendere quali sono gli elementi principali che la banca guarderà in fase di valutazione dell’azienda.
Partiamo con il dire che con il termine “finanziamento” si indicano in senso lato tutte le operazioni finanziarie all’interno di un’impresa. In senso più stretto il finanziamento corrisponde invece al reperimento e alla messa a disposizione di capitale per scopi aziendali.
È importante che sia chiaro fin dall’inizio lo scopo per cui occorrono ulteriori mezzi finanziari, perché da questo dipendono sia la forma che il periodo di finanziamento.
Documenti predisposti dal commercialista -Il funzionario della banca che riceve una richiesta di finanziamento farà un’analisi dei seguenti documenti:
-
visura camerale. Per esercitare un’attività economica sotto forma di impresa (individuale o societaria) in Italia è obbligatoria l’iscrizione al Registro Imprese tenuto presso la Camera di Commercio della provincia ove ha sede l’azienda. La visura camerale è un documento informativo ufficiale con tutti i dettagli riguardanti l’impresa iscritta: sono riportati aspetti legali e anagrafici dell’impresa, la denominazione, la forma giuridica, la sede legale, il codice fiscale (che identifica l'impresa in modo univoco), il tipo di attività svolta e molti altri elementi relativi agli organi di amministrazione e alle cariche sociali. Elementi che agevolano una valutazione positiva sono un buon patrimonio netto e un profilo dei soci senza pregiudizievoli;
-
bilanci depositati e provvisori. I bilanci depositati e provvisori sono i documenti oggetto di verifica. L’attivo di bilancio elenca l’impiego dei mezzi e indica per cosa è utilizzato il capitale. Il passivo, invece, fornisce indicazioni sulla provenienza dei mezzi finanziari ed è suddiviso nelle due categorie capitale proprio e capitale di terzi.
La regola d’oro del bilancio, detta anche regole di finanziamento con congruenza dei termini, asserisce che la durata del finanziamento deve essere adattata alla durata dell’utilizzo.
Un investimento in immobilizzazioni (capitale vincolato nel lungo periodo) deve essere supportato con una forma di finanziamento a lunga scadenza.
Analogamente i finanziamenti di breve termine, come ad esempio il credito in conto corrente, devono essere utilizzati per fabbisogni a breve scadenza.
Per gli investimenti in beni patrimoniali la durata del finanziamento dovrebbe basarsi sulla durata di utilizzo del bene d’investimento.
Durante il suo utilizzo il bene patrimoniale produce dei ricavi che servono tra l’altro a restituire il capitale e a pagare gli interessi.
Se i ricavi sono insufficienti per coprire i pagamenti degli interessi e del capitale, per l’impresa nasce un ulteriore fabbisogno di liquidità.
Una scelta sbagliata della forma di finanziamento può incidere sulla redditività di un investimento. Un credito in conto corrente è di norma più costoso di un mutuo.
Eventi negativi e pregiudizievoli - È importante evitare gli eventi negativi e pregiudizievoli. Gli eventi negativi sono quelli che si trovano nell’andamento bancario (crediti incagliati, che poi diventano inesigibili e sconfinamenti dai fidi o ritardi nei pagamenti) nonché nei rapporti commerciali, infatti, ci si potrebbe trovare in fallimenti e procedure concorsuali, ipoteche legali, pignoramenti, trascrizioni legali passate in giudicato. Si tratta di elementi che delineano un profilo di rischio dell’imprenditore molto alto (e possono pregiudicare la richiesta di nuovi finanziamenti).
Nelle operazioni di reperimento fondi, la figura dello specialista è molto importante per la risoluzione di problemi. Grazie al ruolo svolto dal Dottore Commercialista, le Pmi e le start-up possono essere sostenute nell’accesso al credito agevolato.