Dopo la musica, il cinema e i videogames, anche il denaro ha ceduto agli algoritmi diventando impalpabile: c’è ma non si vede. Fra carte, app di pagamenti e sistemi cashless, ormai l’impegno di passare al bancomat a ritirare del contante fa parte del passato, anche perché trovarne qualcuno è sempre più difficile. Ma questo è un altro discorso.
La rivoluzione epocale a cui il mondo va incontro a braccia aperte è la completa digitalizzazione dei pagamenti, sogno di qualsiasi agenzia fiscale del mondo perché permette di tracciare comodamente ogni movimento, riduce all’osso le possibilità di evasione e per finire contribuisce perfino ad un sensibile calo di scippi e rapine, visto che in borsa ormai anche le nonne non tengono che pochi spiccioli. Secondo i dati più recenti, riferiti al 2022, il cash ha ridotto il proprio peso al 59% delle transazioni contro il 79% del 2016.
Ma questo profondo salto evolutivo della società, visto con gli occhi della BCE, significa ricordare all’Eurosistema delle banche centrali l’obbligo di assicurare ai cittadini europei un mercato dei pagamenti “sicuro, integrato, innovativo, e competitivo che garantisca l’accesso al denaro pubblico”.
Anche perché, da un sistema di pagamento che non ha più orari e sportelli da rispettare, diventa lecito aspettarsi funzionamenti e supporti continui, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, senza perdite di tempo nelle autorizzazioni alle transazioni e - altrettanto fondamentale – potendo contare sulla certezza di essere tutelati e protetti da sistemi in grado di garantire la privacy e la sicurezza. Richieste legittime, aggiunge la BCE in uno studio anticipato dal proprio Bollettino economico, a cui va aggiunta la legittima aspirazione di poter contare su spese di commissioni basse o meglio ancora inesistenti, perché se per la banca i sistemi elettronici significano un risparmio, sarebbe scorretto lucrare sulla clientela.
Va da sé che per rendere sempre più efficienti e reattivi i sistemi di pagamento è necessaria un’architettura di reti e connessioni sempre più sofisticata che sia pronta a sfruttare anche le possibilità le nuove offerte dall’Intelligenza Artificiale. “Le applicazioni di IA possono essere utilizzate ad esempio per aiutare identificare transazioni anomale o a prevenire frodi analizzando i comportamenti sui pagamenti – aggiunge la BCE - tuttavia è una tecnologia che trascina anche forti preoccupazioni, come il suo uso per cybertattacchi e attacchi come il phishing”.
In crescita esponenziale sono i sistemi di pagamento cashless “DLT” (Distribuited Ledgers Technology), in pratica una tecnologia ideata per creare sistemi di pagamenti digitali che non ha alcun bisogno di società o banche intermediarie, considerata da molti interessante nell’ambito dei pagamenti digitali poiché in grado di garantire trasparenza e immutabilità nelle transazioni soprattutto su segmenti come i servizi di streaming, i micropagamenti e quelli programmati.
Una frontiera che da una parte richiede nuovi investimenti a player istituzionali come le banche, ma che va monitorata con attenzione in quanto calamita per nuove startup e truffe informatiche ancora inedite.
Dinamiche di una dematerializzazione inarrestabile, destinate a vivere profonde accelerazioni richiedendo “Anche all’Eurosistema di alzare la soglia dell’attenzione assicurando sicurezza ed efficienza dei pagamenti al dettaglio attraverso diversi scenari possibili”, ammonisce la BCE.
Un passaggio fondamentale della transizione elettronica passa attraverso la nascita dell’Euro digitale, entrato il 1° novembre dello scorso anno nella fase di preparazione: un paio di anni di anni circa di tempo necessari per disegnare nel dettaglio l’operatività e la tecnologia che, secondo le previsioni, entro il 2028 daranno vita al progetto della moneta europea digitale. L’euro smaterializzato avrà valore legale garantito dalla BCE e potrà essere utilizzato per tutti i pagamenti digitali e non nei Paesi dell’Eurozona, e sarà accessibile a chiunque: cittadini, Pubblica Amministrazione e imprese.
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