Fino alla pandemia, la “telemedicina” viveva di piccoli passi molto cauti, perché quando si tratta di salute la gente non è pronta all’idea di affidarsi ad avatar un po’ inquietanti o programmi più o meno intelligenti. Poi però la “maldetta” è arrivata, insegnandoci ad esempio che non era più necessario prendere un giorno di ferie da immollare in coda dal medico di base: bastava scrivere una email per richiedere farmaci o visite o ancora spiegare il problema di salute.
Ma questo è stato solo il primo passo, il più banale di tutti, perché centinaia di aziende stanno approfittando dello “slancio pandemico” – chiamiamolo così – per dare il via all’era della medicina a distanza, spingendosi addirittura oltre le semplici chat con i medici fino a immaginare un mondo high-tech in cui l’accesso all’assistenza sanitaria sarà possibile senza lasciare casa propria.
“La pandemia ha sdoganato nuovi metodi per il monitoraggio remoto, con la creazione e lo sviluppo di dispositivi finora inediti - commenta il dottor John Batsis, professore associato presso la University of North Carolina School of Medicine - ma ultimamente il mondo gira così: dove si apre una finestra, spuntano startup, equity e imprese che promettono di soddisfare le nuove necessità”.
Una delle prime a sondare il terreno vergine della telemedicina è stata la “TytoCare”, azienda newyorkese che ha prodotto il primo dispositivo modulare all-in-one dotato di intelligenza artificiale per il settore sanitario. Il dispositivo, che collega a distanza medico e paziente, consente di eseguire esami clinici completi di cuore, pelle, orecchie, gola, addome e polmoni, oltre a rilevare la temperatura corporea.
L’idea, ricorda Dedi Gilad, il fondatore, gli è venuta otto anni fa, quando sua figlia soffriva di infezioni ricorrenti all’orecchio e alla gola: “Mi sono trovato nelle condizioni di dover fare un sacco di viaggi inutili dal pediatra. Poi, ad un certo punto mi sono chiesto: come posso fare tutto da casa?”
Il dispositivo, approvato dalla US Food and Drug Administration e testato in Italia all’Asl di Vercelli e con progetti pilota in partenza agli ospedali Gemelli e Bambin Gesù di Roma, è dotato di piccole telecamere incorporate per permettere ai medici di osservare virtualmente all’interno di orecchio e gola. Pensato originariamente per uso pediatrico, il TytoCare ha assistito ad un’impennata della domanda pari al 500%, con 350.000 dispositivi ormai regolarmente in funzione in tutto il mondo.
Anche la “Sanford Health”, il più diffuso sistema sanitario dell’America rurale, ha adottato un approccio simile, ma invece di introdurre nuovi dispositivi per l’uso da remoto, i medici hanno insegnato ai pazienti come usare gli stessi strumenti usati per le visite di persona per registrare i risultati a casa. Alle donne con gravidanze a basso rischio, la Sanford Health ha affidato i propri “kit di monitoraggio casalinghi” che includono un monitor a ultrasuoni fetale e un bracciale per la pressione, rendendo possibile alle donne di utilizzare l’assistenza virtuale per quasi un terzo delle visite ginecologiche durante la pandemia.
“Uno dei vantaggi della telesalute è che può effettivamente aiutare il paziente ad accedervi, soprattutto se vive in zone isolate che a volte richiedono una o due ore di macchina per poterle raggiungere”. Ma i vantaggi sono in realtà un lungo elenco, e tutto al positivo: oltre al risparmio di tempo, di energie e di denaro, permettono di ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere, che in frangenti come la pandemia diventa fondamentale.
Altre startup concentrate sulla telemedicina, come “Kiira”, con sede a Los Angeles, si stanno concentrando sull’accesso medico per le comunità meno servite. L’applicazione, che collega le donne a ostetrici e ginecologi, esperti di salute mentale e altro attraverso telefono, video e chat, si prefigge di colmare il divario sanitario in particolare per le donne di colore. “Le donne afroamericane trovano statisticamente molte barriere nell’assistenza sanitaria - ricorda Crystal Adesanya, fondatore e CEO di Kiira Health - essere in grado di parlare con un medico da casa propria o dalla stanza di un college, è una delle cose che è mancata per molto tempo”. Attraverso l’app, i medici possono condurre visite virtuali, prescrivere farmaci o visite specialistiche. I quattro college che finora hanno aderito coprono il costo mensile di Kiira, quindi per i 3.000 studenti il servizio è totalmente gratuito.
Anche la “Spora Heath” offre un servizio di telemedicina, ma si concentra soprattutto sulle cure primarie destinate ai maschi afroamericani. Il servizio, appena lanciato, costa 10 dollari al mese e richiede ai medici un breve corso di addestramento.