Con i primi confronti tecnici, i Consigli dei Ministri e le varie ipotesi messe in campo, la strada per la stesura della prossima Manovra è stata decisamente avviata. Di certo non c’è quasi nulla, ma sembra essere abbastanza chiaro che la nuova Legge di bilancio necessita di almeno 26 miliardi di euro (minimo), considerato che più della metà servono per mantenere il taglio del cuneo e le aliquote Irpef, cui si aggiungono poi la ZES e il welfare aziendale.
Dal vertice tenutosi nella giornata di ieri, lunedì 9 settembre 2024, sono emerse importanti novità in merito alla Pubblica Amministrazione. I dipendenti statali over 67 possono scegliere di rimanere al lavoro fino all’età di 70 anni, sempreché le amministrazioni siano d’accordo. In particolare, il loro compito sarebbe quello di affiancare il personale con attività di tutoraggio. Secondo quanto emerge dalla bozza del Ministero della Pubblica Amministrazione questa scelta non determinerebbe nuovi costi ma garantirebbe – per il periodo di “trattenimento in servizio” – una spesa previdenziale minore. Inoltre, è risaputo che l’esperienza è una fonte importante da cui apprendere, pertanto, l’Esecutivo ritiene che questa possa essere una buona occasione per la trasmissione delle competenze ai neoassunti.
L’Esecutivo, a quanto pare, rimane sempre fermo sulla stessa posizione: i Ministeri devono tagliare tutto ciò che di superfluo c’è, o meglio, devono mettere in atto la cd. “spending review”, letteralmente revisione della spesa. In merito il 5 settembre 2024 sono state pubblicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze le tanto attese entrate tributarie relative al periodo gennaio-luglio 2024 dalle quali è emerso che le entrate tributarie erariali ammontano a 328.365 milioni di euro, con un aumento di 19.201 milioni rispetto allo stesso periodo del 2023 (+6,2%). Dal dato emerso, comunque, a detta del Ministro dell’Economia non vi è alcun tesoretto su cui cullarsi, la cifra è vicina a quella minima prevista.
In materia di lavoro, tra le ipotesi dibattute sulle pensioni, nei giorni scorsi è circolata con insistenza l’ipotesi di uniformare il meccanismo dei fringe benefit, una forma di welfare aziendale che ha riscosso un successo crescente e che ora l’esecutivo punta a uniformare rendendo unica la soglia di esenzione della tassabilità (si veda
“Manovra, spunta l’ipotesi di un tetto unico per i fringe benefit” del 4 settembre 2024).
Tra le varie, trovano spazio in modo particolare anche le detrazioni fiscali, tra cui quelle per familiari a carico per le quali il limite potrebbe esser modificato, sanità e ristrutturazioni. In particolare, l’intenzione sembra essere quella di ridurre la complessità delle pratiche di accesso a quest’ultime, rendendo i passaggi più semplici per i cittadini.
In ambito sanitario alle categorie per cui è possibile portare in detrazione le spese sostenute con modalità di pagamento tracciato se ne potrebbero aggiungere altre, così da rendere il range di attuazione molto più ampio rispetto a quanto lo sia ora. Particolare attenzione, visto il tema delicato del Superbonus, viene rivolta alle detrazioni per la ristrutturazione e per l’installazione di impianti a energia rinnovabile nelle abitazioni.
Come si sa, negli ultimi anni, il rispetto ambientale è diventato uno dei pilastri cardine della società moderna, tant’è che l’Europa mira a “disintossicare” l’ambiente imponendo incentivi e scadenze per la messa appunto di impianti che possano produrre energia pulita e rinnovabile. La direttiva europea “case green”, si ricorda, intende arrivare alla decarbonizzazione totale entro il 2050 con la riqualificazione del patrimonio edilizio in tutta Europa e al conseguente miglioramento dell’efficienza energetica, garantendo altresì, la possibilità per i cittadini di ottenere un risparmio in termini pratici.
A tal proposito, sembra intenzione dell’esecutivo confermare anche per il prossimo anno le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica tagliando però le agevolazioni di dimensioni più piccole. Quest’ultimo taglio potrebbe essere seguito da un incremento delle detrazioni pensate per l’installazione di impianti a energia rinnovabile (tassello da affrontare obbligatoriamente in assenza del 110%).
Dunque, al centro dell’attenzione la possibilità per tutti i cittadini, anche quelli meno abbienti, di accedere a detrazioni maggiorate al fine di installare cappotti termini e pannelli solari. Al vaglio l’idea di utilizzare le regole green contenute nella direttiva europea di cui sopra, con il fine di distribuire la spesa annualmente per tre anni. Ampio spazio per la riconferma della maxi-deduzione 120% sul costo del lavoro e notizie positive sull’Assegno Unico, sono state smentite dalla Premier stessa, infatti, le voci su una possibile riduzione della misura. Al momento rimangono solo ipotesi che, sicuramente, troveranno soluzioni più precise durante il percorso che terminerà con la fine del 2024.