In un momento storico particolare, caratterizzato dalle avversità climatiche, dalla congestione delle filiere nonché da un aumento delle tensioni geopolitiche, l’incremento del Pil italiano, dopo circa un ventennio contraddistinto da una crescita economica a rilento, appare ancora più eccezionale. Tale crescita è correlata a due fattori complementari: il governo di Draghi che risulta efficace e credibile e un solido sostegno fiscale agli investimenti da parte dell’Unione Europea.
Nelle riprese economiche più consistenti, gli investimenti del settore privato rappresentano il fattore più immediato della crescita e dell’occupazione. In questo scenario, il settore pubblico deve essere capace di creare un ambiente favorevole, attraverso degli investimenti in beni tangibili e non e delle riforme e norme credibili. Risulta esserci molta fiducia nel fatto che il governo riesca a svolgere adeguatamente questi due ruoli, ciò è sicuramente dettato dal curriculum professionale di Draghi, di tutto rispetto. Quando ha ricoperto il ruolo di Presidente della Banca centrale europea, si è contraddistinto per il proprio impegno a portare avanti la prosperità e l’integrazione a livello europeo. Inoltre, nel momento in cui si è reso necessario compiere delle scelte coraggiose, non si è tirato indietro. Alla luce di ciò, il premier ha dato vita ad un governo pragmatico e deciso, composto da ministri esperti e con un talento spiccato, i quali sono in grado di affrontare dibattiti e a sperimentare tutte le possibili soluzioni.
Al contempo però, il governo deve fare i conti con delle forti restrizioni fiscali, basti pensare che il debito pubblico, nel corso della pandemia, ha raggiunto il 160% del Pil, per cui l’esecutivo riscontrerà non poche difficoltà ad investire in modo idoneo nella crescita. In tale scenario è fondamentale l’intervento dell’Unione europea, infatti la pandemia ci ha insegnato che nessun Paese dell’UE può raggiungere il proprio potenziale economico se le altre parti hanno difficoltà a finanziare gli investimenti e sostenere la crescita.
Per tal motivo, lo scorso anno, l’Unione ha deciso di dar vita al Next Generation Ue, un fondo di 750 milioni di euro, finalizzato a finanziare gli investimenti in dei settori vitali tra cui:
- il capitale umano;
- la ricerca, lo sviluppo e la trasformazione digitale;
- la transizione all’energia pulita.
Il fondo potrebbe rivelarsi decisivo grazie alla sua entità e al fatto che gli investimenti sono correlati all’approvazione di piani nazionali credibili, motivo per cui le risorse saranno erogate in momenti diversi, in base alla realizzazione effettiva dei piani.
Il Next Generation Eu rappresenta una nuova era per l’Europa. Nel 2008, infatti, la crisi finanziaria globale provocò la crisi del debito in tutto il territorio europeo, e di conseguenza, le proposte di trasferimenti fiscali furono respinte ed ebbe la meglio l’austerità.
Adesso però, lo scenario si prospetta del tutto differente. La differenza risiede nel fatto che la pandemia ha influito sull’intera economia mondiale, la crisi del 2008, invece, fu causata dall’irresponsabilità fiscale di alcuni Paesi. Tra l’altro, non fu del tutto chiaro se alcuni governi possedessero le capacità per utilizzare in modo ragionevole i fondi messi a disposizione. Successivamente, l’UE ha risentito di conseguenze importanti in seguito al proprio approccio alla crisi del 2008, che ha intaccato la coesione e la solidarietà, soprattutto nelle economie che versano in difficoltà nel Sud Europa. Ad oggi, lo scenario risulta essere completamente opposto. Per quanto riguarda l’Italia, grazie alla fiducia nella capacità e nell’integrità del governo, si sono verificati maggiori investimenti esteri e nazionali, anche se le riforme sono ancora nella fase iniziale. Tra l’altro, per il medesimo motivo, l’UE è più propensa a fornire sostegno fiscale, aumentando, di conseguenza, la fiducia degli investitori.
L’Italia, è dunque l’esempio di come in presenza delle giuste condizioni, l’ottimismo possa concretizzarsi. L’ottimismo, infatti, insieme a delle riforme efficaci può incentivare la transizione da una crescita al ribasso ad una al rialzo. Similarmente, il pessimismo può affievolire gli investimenti e la crescita.
Uno degli elementi cruciali per il raggiungimento di risultati determinanti è la leadership. Un governo in grado di portare avanti una visione di una ripresa economica e ispirare fiducia sul fatto che sarà in grado di realizzare tali aspettative, può incrementare la possibilità di passare da una crescita zero ad una elevata. Quanto appena descritto è quello a cui si sta assistendo in Italia, grazie anche al sostegno fiscale fornito dall’Europa.
È il momento per l’Italia di confermare questo momento di svolta economica, considerando che deve ancora stanziare una parte di finanziamenti e avviare delle riforme pianificate, per cui potrebbe incorrere in diversi ostacoli. Tuttavia, le prospettive economiche per il governo di Draghi, rispetto al passato, risultano essere migliori.