17 marzo 2025

Paradisi fiscali anche in Europa, ma non si può dire: la lista dei Paesi offshore aggiornata 2025

Autore: Miriam Carraretto
I paradisi fiscali sono più vicini a noi di quanto ci immaginiamo. Se poter aggirare agevolmente il Fisco sembra una prassi di mondi lontani, con legislazioni nazionali blande o inesistenti, in realtà anche a due passi dall’Italia esistono territori in cui l’evasione fiscale è semplice e tutto sommato ammessa, o quantomeno tollerata.

L’Unione europea ha creato nel 2017 una vera e propria black list che contiene l’elenco di tutti quei Paesi che non hanno rispettato gli impegni per la governance fiscale o che proprio si sono rifiutati di assumerli. Questa lista viene sempre aggiornata due volte l’anno, a febbraio e a ottobre.

I nuovi paradisi fiscali 2025

Nell’ultimo aggiornamento, sono comparsi ben 11 nuovi Paesi:
  1. Samoa Americane;
  2. Anguilla;
  3. Bahamas;
  4. Figi;
  5. Guam;
  6. Palau;
  7. Panama;
  8. Russia;
  9. Samoa;
  10. Trinidad e Tobago;
  11. Isole Vergini (USA).
Le caratteristiche dei paradisi fiscali sono state identificate dall’OCSE già nel 1998:
  • sostanziale mancanza di imposte sui redditi delle imprese costituite in quei territori;
  • assenza dell’obbligo per le società costituite di svolgere un’affettiva attività d’impresa in quegli stessi territori;
  • poca trasparenza del sistema legislativo e amministrativo, che consente a determinati soggetti di beneficiare di privilegi in termini di ridotta tassazione dei redditi;
  • assenza di meccanismi di scambio delle informazioni fiscali tra quei Paesi e gli altri Stati, finalizzato a garantire la potestà impositiva di questi ultimi e a combattere i fenomeni di evasione ed elusione fiscale internazionale.

La lista grigia aggiornata al 2025

Esiste poi anche una lista grigia che comprende i Paesi che si sono impegnati a fare riforme per adeguarsi agli standard Ue ma che ancora non li rispettano pienamente. Ecco le new entry di febbraio 2025:
  1. Antigua e Barbuda;
  2. Belize;
  3. Isole Vergini Britanniche;
  4. Brunei Darussalam;
  5. Eswatini;
  6. Seychelles;
  7. Turchia;
  8. Vietnam.
Con questi Stati l’Ue e i suoi membri non sono certo morbidi: infatti possono applicare – recita la legge – “misure di difesa efficaci e proporzionate, tanto nel settore fiscale quanto in quello non fiscale, nei confronti delle giurisdizioni non cooperative, fino a quando queste figurino nella lista”.

Perché non c’è neanche un Paese europeo

Noterete però che in questi elenchi non compare nessun Paese europeo. Il motivo è semplice: nella black list dell’Europa i Paesi Ue proprio non ci entrano, perché fa riferimento solo ed esclusivamente a Stati extra-europei.

Una mancanza (voluta) particolarmente grave, che ovviamente non certifica che sul territorio Ue tutti siano in regola, anzi. In pratica, i criteri applicati ai Paesi extra-Ue non valgono per gli Stati membri, motivo per cui organizzazioni internazionali come Oxfam bollano la lista come inefficace e chiedono da tempo regole più severe.

Il Parlamento di Strasburgo ha provato a intervenire a più riprese su questa “anomalia”, ma senza successo. La Commissione da anni descrive i regimi fiscali di questi Paesi come “aggressivi”, ma nulla cambia nonostante si continui a parlare di veri e propri “buchi neri fiscali”, che arrivano non solo a sottrarre ingenti risorse, ma anche a causare danni gravissimi, soprattutto sul piano della concorrenza e della trasparenza.

Quali sono e quanto ci costano i paradisi fiscali in Europa

Per dare un numero, si stima una perdita di gettito compresa tra i 50 e i 70 miliardi di euro: 50 miliardi circa vengono evasi dalle persone fisiche che portano la residenza all’estero, 65 miliardi invece è quanto “si perde” con l’Iva transfrontaliera.

Ma quali sono i Paesi europei catalogati come “buchi neri” pur non potendo essere inseriti nella lista nera? Eccoli:
  1. Cipro;
  2. Irlanda;
  3. Lussemburgo;
  4. Malta;
  5. Paesi Bassi;
  6. Ungheria.
 © FISCAL FOCUS Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy