Lavorare una vita per poi godersi la pensione all’estero, sarà sempre più difficile farlo, e sicuramente non si potrà più in Portogallo. Dal 1° gennaio 2024 finisce, infatti, il regime di tassazione speciale per residenti stranieri “non abituali”. L’annuncio è stato diffuso dal primo ministro António Costa, in un'intervista a Cnn Portugal. La decisione è stata presa per cercare di ridurre i prezzi del mercato immobiliare. Infatti, secondo uno studio della fondazione Francisco Manuel dos Santos, il prezzo degli immobili è iniziato ad aumentare nel 2009, dall’entrata in vigore della Dl 249/2009 che ha aperto le porte ai pensionati di mezza Europa, e tra il 2012 e il 2021 il costo degli alloggi è aumentato del 78% in Portogallo, contro il 35% dell'intera Ue. Solo nell'ultimo anno è poi balzato dell'11%. Per una semplice legge economica, aumenta la richiesta, aumentano i prezzi. Era evidente per il governo la stretta correlazione, per cui è stato deciso di prendere delle misure e chiudere le porte ai pensionati stranieri con il nuovo anno.
Come funziona la tassazione delle pensioni in portogallo - In Portogallo, attualmente, i vantaggi fiscali prevedono un’imposta fissa del 20% per i professionisti qualificati e i nomadi digitali, e per i pensionati del 10%. Fino al 2020, i pensionati godevano di un’esenzione totale dal pagamento di imposte, che si applicava sia agli europei, sia agli stessi portoghesi che ricevevano una pensione dall'estero.
Cosa succede ai pensionati in Portogallo, adesso? - Nonostante la decisione del governo portoghese, tutti quei pensionati che hanno già attivato le agevolazioni non devono preoccuparsi, ne potranno godere per tutta la durata prevista per legge, ovvero 10 anni. Insomma, la misura non è retroattiva.
Quanti sono gli italiani in Portogallo? - Proprio in ragione di queste mini tasse, sono aumentati negli anni i pensionati italiani, ma anche francesi e britannici, che si sono trasferiti in Portogallo per godersi tutta la loro pensione spensieratamente, anche quando minima. Secondo le ultime stime dell'Inps disponibili in riferimento all’anno 2021, sono oltre 3.500 gli italiani che hanno scelto il Portogallo, più che triplicati in 4 anni quando infatti erano meno di 1000 nel 2017.
Hanno preferito soprattutto le città di Lisbona, Porto, Chaves e la regione meridionale dell'Algarve dal clima più caldo, incidendo così sul costo della vita di queste città.
Cosa succederà adesso in Portogallo? - A partire dal 2024, non ci sarà più una motivazione fiscale significativa per trasferirsi in Portogallo, a meno che la pensione annuale sia inferiore a 7.112 euro. Per chi ha redditi compresi tra 7.113 e 10.732 euro non ci sarebbe, infatti, alcun beneficio fiscale nel trasferirsi in Portogallo, e anzi potrebbe diventare molto sconveniente. Chi ha un reddito fino a 20.332 euro pagherebbe addirittura il 3,5% in più di imposte rispetto all’Italia, ovvero il 28,5% contro il 25%.
Perché si inverte la rotta? - I motivi sono almeno tre. L’Unione Europea, è preoccupata riguardo alla riduzione delle entrate fiscali nei paesi membri. Il governo portoghese chiede trattamenti equi che non discriminino i cittadini portoghesi. Il Portogallo soffre della crescente inflazione nel mercato immobiliare, tanto che il Governo ha imposto per quest’anno un nuovo massimo dell'aumento degli affitti, il cui limite era stato già fissato al 2%, e ha concesso un tasso ridotto per due anni a chi sta pagando un mutuo, in attesa di vedere se questo blocco ai pensionati il prossimo anno porterà i risultati sperati già dal prossimo anno.
Dove andare adesso? - Per tutti i prossimi alla pensione che sognavano mare, sole e relax, vogliamo però dire: non disperate. Ci sono tante altre belle località dove potersi trasferire per godere di tassazioni agevolate.
GRECIA - Se vi piace il mare, vi suggeriamo la Grecia dove la tassazione è al 7% per massimo 15 anni per chi trasferisce la residenza lì, ma attenzione questa agevolazione è solo per ex dipendenti privati e non della pubblica amministrazione.
CIPRO - Oppure potreste pensare di trasferirvi a Cipro, che prevede un’aliquota massima del 5% sull’importo dell’assegno pensionistico e vi consente un’iva agevolata, di molto inferiore alla nostra, sull’acquisto di immobili.
TUNISIA - Vi segnaliamo che molti hanno scelto un luogo dove il costo della vita è generalmente inferiore rispetto ai paesi europei, la Tunisia. Qui i pensionati possono godere di un tenore di vita relativamente alto. La particolarità è che in Tunisia i vantaggi fiscali spettano anche a chi ha avuto un pubblico impiego. I pensionati hanno la riduzione dell’80% della pensione tassabile, da parte delle autorità fiscali. L’aliquota massima applicabile sui redditi da pensione è del 7%. Ovviamente tale detassazione è concessa solo se il pensionato italiano è residente fiscale in Tunisia, e non è stato tassato come residente fiscale in Tunisia in nessuno dei cinque anni precedenti a quello in cui lo statuto viene richiesto.
Inoltre, viene garantito quello che è l’aspetto più importante per le persone di una certa età, ovvero la salute: in Tunisia ai pensionati italiani è assicurata una copertura medica totale, come avviene all’interno dell’Europa.
EST EUROPA: BULGARIA, SLOVACCHIA, ALBANIA, ROMANIA - Un altro luogo dove il costo della vita è ancora basso sono i paesi dell’Europa dell’est. Bulgaria, Slovacchia, Albania: qui l’aliquota è zero se viene trasferita la residenza fiscale, mentre in Romania l’imposta è pari al 10% dell’importo sull’assegno pagato dall’Inps. Paesi ancora da scoprire ma già presi di mira da molti italiani.
ISOLE CANARIE - Tra le mete più ambite per clima, aria e qualità della vita ci sono le Canarie, un luogo paradisiaco dove la vita dopo la pensione può diventare un sogno di sole, mare e nessun limite culturale e linguistico per noi italiani. Per i pensionati che si stabiliscono qui, è prevista una detrazione d’imposta pari a 6500 euro per chi ha più di 65 anni, che aumenta fino a 7000 per i pensionati con più di 75 anni. La pensione Inps è tassata nel paese di residenza, mentre la pensione ex Inpdap è tassata in Italia.