Altro che moda, cibo, calcio, musica e supercar: l’Italia attira sempre di più anche per altri motivi, decisamente ben più concreti. Ad esempio, per dirne una, erano pochi gli italiani a saperlo, ma il nostro Paese sta diventando di fatto un paradiso fiscale. Alla faccia di tasse, balzelli, imposte, sopratasse, tributi, gabelle e pedaggi che pesano su 59 milioni di abitanti, da queste parti c’è un piccolo bacino formato da quasi mille contribuenti (957 per essere precisi) che trasferendosi nel Bel Paese hanno trovato l’America. In pratica, qualcuno che paga un misero 10% di quanto guadagna, altri che risolvono i problemi con il Fisco versando 100mila euro forfait al di là di quanto incassano, e per finire qualcun altro che se la cava lasciando sul tavolo solo il 7% della pensione.
Sono i numeri che “Il Sole 24 Ore” ha ricavato dalle dichiarazioni dei redditi 2023, riferite all’anno precedente, pubblicate sul sito del Ministero delle Finanze, figli diretti delle politiche create per invertire la rotta della fuga dei cervelli e riportare in Italia professionalità d’eccellenza, ma anche e soprattutto pensionati placcati oro e ricconi di ogni tipo.
Un migliaio di privilegiati che per quasi il 46% vanta un reddito da lavoro intorno ai 75 milioni di euro, ma che grazie al regime agevolato varato nel 2017, possono sfruttare per 15 anni un’imposta sostitutiva forfettaria di 100mila euro, estendibile anche ai familiari con un ulteriore sconto che limita il dovuto al Fisco a 25mila euro. L’agevolazione scelta da diversi sportivi fra cui Cristian Ronaldo ai tempi dell’ingaggio con la Juve.
Lo stesso vale per i titolari di pensioni d’oro, per anni attirati da diversi Paesi europei a caccia di anziani benestanti, a cui l’Italia ha deciso di rispondere con un taglio deciso delle tasse sulle pensioni straniere. Ma con una particolarità: per accedere all’agevolazione, che per le pensioni estere prevede l’aliquota ridotta al 7%, la residenza italiana dev’essere presa in una località del sud con meno di 20mila abitanti, scegliendo liberamente fra Calabria, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. Una soluzione che nel 2022 è piaciuta a 474 pensionati con reddito pari a 10milioni di euro e un totale reddituale di 28,7 milioni, ben felici di dirigersi verso zone dove il clima è piacevole, il cibo anche e la vita costa perfino un po’ meno.
Per finire con i talenti e i professionisti fuggiti verso Paesi dove ingaggi, contratti e stipendi erano particolarmente attraenti. Il decreto sulla fiscalità internazionale, ritoccato a inizio anno con l’attuazione della riforma fiscale, ha ridotto al 50% il regime agevolato limitando anche le categorie a cui è applicabile. Nel 2022, 3.300 fra docenti e ricercatori con ammontare lordo medio di 56.492 euro sono stati attirati dall’esenzione della tassazione al 90%. Per finire con il regime degli impatriati, che ha richiamato entro i patrii confini 32.600 lavoratori dipendenti con stipendi medi lordi pari a 114.501.
Per contro, dopo averne accolti circa 3.500 (secondo i dati Inps), il Portogallo sembra essersi stancato dei pensionati decidendo di non concedere più il regime di tassazione speciale dal prossimo anno, anche se rimarrà valido per chi l’aveva ottenuto e può dimostrare di risiedere sul posto almeno sei mesi all’anno.
La scelta può comunque ancora contare sulla Spagna, che agli sgravi fiscali aggiunge esenzioni e riduzioni per cure mediche e farmaci, e ancora la Grecia, che nel 2020 ha varato l’aliquota fissa al 7% per 15 anni. Non mancano l’appello neanche Malta (15%) e Cipro (una no tax area che arriva al 35%), con l’aggiunta di Slovacchia e Albania, dove la voglia di pensionati è tale da prevedere l’esenzione totale della pensione italiana, che unita al basso costo della vita, fa dei nostri anziani un piccolo esercito di benestanti.