“Se proprio devi commettere un peccato fallo contro Dio, non contro la burocrazia. Dio ti perdonerà, la burocrazia no”. Così, alla metà del Novecento, l’ammiraglio Hyman Rickover amava sintetizzare le “scartoffie” che doveva compilare invece di potersi dedicare anima e corpo al suo lavoro di ingegnere navale. Da allora, le cose non sono cambiate granché: la burocrazia è un mostro a tre teste, una montagna alta e coperta di nebbia capace di spegnere qualsiasi entusiasmo.
Ma incredibilmente, e senza neanche l’intervento di qualche prestigiatore, qualcosa in Italia sta per cambiare: il DL Pnrr-ter n. 19, in vigore dal 2 marzo, elenca ben 45 attività e 85 diversi codici Ateco “liberamente esercitabili”, ovvero per cui viene eliminata ogni tipo di burocrazia. Muratori, imbianchini, falegnami, organizzatori di feste e ricevimenti, graphic designer, piastrellisti, carpentieri, fabbri, sarti, pizzaioli e produttori di software diventano mestieri che non richiedono nessun tipo di adempimento e di costi fissi di avviamento, la cosiddetta “Scia”, valutata in circa 2mila euro. Mentre per altre come fabbro, corniciaio, tornitore, gastronomo e calzolaio resistono solo quelle ambientali, di salute e sicurezza.
“Finora per aprire una falegnameria erano necessari un’ottantina di adempimenti, 72 per le gelaterie, che fanno riferimento a 21 enti diversi. Rendere più snella la Pubblica Amministrazione – precisa il ministro della PA Paolo Zangrillo – non significa soltanto realizzare il Pnrr, che ci impone di semplificare 600 procedure entro il 2026. Vuol dire renderla anche più veloce ed efficiente e contribuire così alla ripartenza del Paese, alla sua crescita e al suo sviluppo”.
Va da sé che finora, avviare o chiudere un’attività artigiana, fra tasse e adempimenti era una sorta di odissea di si conosceva la data di partenza, ma non quella della fine. “Gli oneri amministrativi a carico delle imprese vengono ridotti uniformando il quadro normativo ed eliminando il titolo abilitativo per l’avvio delle attività - aggiunge Zangrillo – l’intervento contribuisce al conseguimento degli obiettivi della Missione M1C1-60 del Pnrr, che richiede la semplificazione entro quest’anno di 200 procedure. Con il decreto inviato alla Camera per la conversione in legge, salgono a oltre un centinaio le semplificazioni già entrate in vigore, comprese quelle in materia di autorizzazioni ambientali, energie rinnovabili ed economia verde, licenze edilizie e riqualificazione urbana, infrastrutture digitali e appalti pubblici. Eliminare tutti gli adempimenti che oggi rappresentano soltanto un eccesso di attività, privo di valore aggiunto sia per il sistema impresa che per la pubblica amministrazione, significa trasformare la burocrazia da ostacolo a opportunità. Lo stiamo facendo condividendo questo percorso con tutte le amministrazioni e le associazioni di categoria, non al chiuso dei nostri uffici. Un lavoro non facile, ma di fondamentale importanza perché dovrà costituire la base del nuovo rapporto tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. È l’eccessiva burocrazia, la difficoltà a reperire informazioni, presentare istanze e avere risposte a complicare la vita di cittadini e imprese. Capire dove e cosa semplificare vuol dire intervenire in maniera efficace nei settori strategici e in quelli che presentano maggiori criticità”.
Il decreto estende anche l’uso della Piattaforma nazionale introdotta durante la pandemia da Covid-19 per il pass verde ad altre certificazioni sanitarie, che vengono digitalizzate e rese interoperabili a tutto vantaggio di cittadini, ASL, farmacie e medici di medicina generale, in Italia e in tutti i Paesi che aderiscono all’OMS.
Come ovvio, l’iniziativa è stata accolta con un’ideale standing ovation di imprenditori artigiani, che da tempo immemore lamentavano gli oneri economici e le faticose pastoie burocratiche che ostacolavano e addirittura intralciavano le loro attività.