La Corte dei Conti ha pubblicato la Relazione sul rendiconto generale dello Stato per l’anno 2023 che espone i risultati conseguiti con l’impiego delle risorse del bilancio dello Stato, tenendo conto degli esiti derivanti dall’intero ciclo dei controlli e, quindi, anche di quelli di legittimità e sulla gestione.
Detta Relazione, inoltre, tiene conto delle valutazioni espresse in tutti i documenti approvati dalle Sezioni Riunite in sede di controllo, ovvero:
- le Relazioni quadrimestrali sulle modalità di copertura delle leggi di spesa;
- le Relazioni sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza;
- i testi predisposti per le Audizioni del Presidente della Corte di conti in Parlamento;
- le attività di certificazioni dei contratti pubblici.
La Relazione si articola, come di consueto, in tre volumi:
- il primo dedicato a “I conti dello Stato e le politiche di bilancio”;
- il secondo a “La gestione del bilancio dello Stato 2023 per Amministrazione”;
- il terzo all’“Attendibilità delle scritture contabili”.
Gestione delle entrate dello Stato nel 2023 - L’analisi della gestione delle Entrate dello Stato è stata sviluppata in tre parti, esaminando anzitutto l’aggregato delle entrate finali, per procedere poi con un’ampia sezione dedicata alle attività d’assistenza, accertamento e controllo tributario dell’amministrazione finanziaria, per concludere, infine, con l’approfondimento di specifici temi.
Sotto il primo profilo, nel 2023 le entrate finali ammontano a 741,6 miliardi in termini di competenza giuridica (accertato), facendo registrare un aumento rispetto al 2022 di 29,8 miliardi (+4,2%).
In crescita anche il riscosso ed il versato, rispettivamente di ammontare pari a 734,2 (+21,2 miliardi, +3%) e 679,2 miliardi (+21,4 miliardi, +3,3%).
Tra le imposte principali, l’IRPEF registra accertamenti pari a circa 234,9 miliardi, con una variazione in aumento dell’8,8% rispetto al 2022 (215,9 miliardi). Si tratta del 69,5% del totale delle imposte dirette (il 69,2% nel 2022).
Risultano in ulteriore ripresa anche le riscossioni (247,6 miliardi, +8,2% rispetto al 2022) ed i versamenti (227,4 miliardi, +9,2%).
L’IRES prosegue l’incremento registrato lo scorso anno: per gli accertamenti, si passa da 50,3 miliardi del 2022 a oltre 57,2 miliardi del 2023 (+13,8%); in crescita anche le riscossioni, (da 50,1 a 56,7 miliardi, +13,1%) ed i versamenti, (da 47,2 a 53,3 miliardi, +12,9%).
Le imposte indirette, invece, nel 2023 sono state accertate per un ammontare complessivo di 280 miliardi (266,4 miliardi nel 2022), riscosse per 282,1 miliardi (273,7 miliardi nel 2022) e versate per 260,8 miliardi (250,1 miliardi nel 2022).
Sul versante delle Entrate extratributarie, la Relazione evidenzia il calo delle riscossioni di 10,3 miliardi rispetto al 2022 (96,1 miliardi a fronte dei 106,4 miliardi dell’anno precedente), sostanzialmente pari alla diminuzione delle risorse provenienti dall’UE per il PNRR (da 20 miliardi del 2022 a 10 miliardi del 2023).
Entrate da accertamento e controllo –In merito alle entrate da accertamento e controllo (che comprendono anche quelle riscosse a mezzo “ruoli”), invece, dalla Relazione si evince che gli accertamenti, pari a 73,9 miliardi, risultano in aumento (+36,6%) e consolidano la tendenza che si era iniziata a rilevare nel 2022 (+19,2%), dopo il calo osservato nel 2021 (-11,9%) per effetto della crisi pandemica. È significativo l’incremento anche nelle relative riscossioni di competenza che - sottolinea la Corte dei Conti - è pari a 12,8 miliardi (+14,5%) e dei versamenti di competenza, pari a circa 12,5 miliardi (+14%).
In lieve calo, invece, l’indice di riscuotibilità di competenza (rapporto fra il riscosso di competenza e l’accertato), pari per queste entrate al 17,4%, in diminuzione di oltre 3 punti percentuali rispetto al 2022 (20,7%).
Nel 2023 gli introiti complessivi conseguiti con l’attività d’accertamento nei settori dell’imposizione diretta e dell’IVA ammontano a 6,4 miliardi di euro. Come in passato, vi è stata una concentrazione dei risultati monetari nella fascia di recupero oltre i 10 milioni di euro (circa il 33,4% delle entrate).
Riscossione - Dalla Relazione si evince, altresì, che l’attività di Agenzia entrate-Riscossione (riguardante le entrate dello Stato e degli enti locali, nonché le entrate contributive) è stata esaminata con riferimento ai diversi aspetti connessi ai carichi affidati, agli effetti delle cancellazioni automatiche delle partite di minore importo, ai carichi riscossi ed alle definizioni agevolate, alla rateazione dei crediti tributari, alle azioni di recupero del credito ed ai fattori ostativi alla riscuotibilità dei carichi, alla gestione del relativo contenzioso.
In particolare, la Corte dei Conti rileva che, la riscossione a mezzo ruoli demandata ad Agenzia entrate-Riscossione, ha comportato introiti per 14,8 miliardi. Si tratta di un importo eccezionalmente elevato, derivato sia dalla riscossione ordinaria, sia dagli incassi delle prime due rate della nuova definizione agevolata (la c.d. “rottamazione-quater”). La stessa Corte, tuttavia, sul punto rileva “come ben 5,4 miliardi delle rate scadute nel 2023 non sono stati versati e che probabilmente una quota cospicua delle adesioni alla rottamazione è finalizzata a ritardare la riscossione coattiva”.
Per quanto concerne le riscossioni a seguito di comunicazioni d’irregolarità, invece, le stesse assommano, ad oggi, a 3,1 miliardi per il periodo d’imposta 2018, a 4,3 miliardi per il 2019 e a 1,4 miliardi per il 2020.
Mediamente, le riscossioni delle imposte richieste a seguito di comunicazioni d’irregolarità (non annullate) sembrano costituire poco più del 20% del totale. “Si tratta, dunque, di una percentuale alquanto limitata degli importi complessivamente dovuti - afferma la Corte dei Conti nella Relazione - le cui cause andrebbero meglio approfondite, ma che potrebbero essere anche correlate a radicate aspettative di successive rottamazioni”.