Nelle prossime ore, si attende che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, firmi il nuovo decreto che consentirà ai dipendenti pubblici di tornare a lavorare in presenza, in seguito all’approvazione del green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, che entrerà in vigore a partire dal 15 ottobre.
Al contempo, il governo sta valutando con il Comitato tecnico scientifico, di allentare alcune misure restrittive grazie alla vaccinazione dei dipendenti, come sta avvenendo negli istituti scolastici. In particolare, si sta valutando di non utilizzare le mascherine in classe, qualora tutti gli alunni fossero vaccinati. Tra l’altro, è ancora aperto il confronto inerente alla quarantena, infatti, nel caso in cui in dovesse esserci un caso positivo, si sta ipotizzando di isolare soltanto quest’ultimo e non l’intera classe o ufficio; per gli altri componenti, tuttavia, si ricorrerebbe ai tamponi.
In merito al rientro in sicurezza, è intervenuto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, spiegando che avverrà gradualmente. Dopo il 15 ottobre, sarà il turno dei dipendenti agli sportelli che offrono servizi diretti ai cittadini. A seguire, è previsto il ritorno in presenza degli addetti al back office, e, infine, dei funzionari di ministeri ed enti locali.
Nel frattempo, il tema del lavoro agile è incluso, anche, nel rinnovo del contratto di lavoro degli statali. A riguardo, nella giornata di ieri si è svolta una nuova riunione tra l’Aran, Agenzia per la rappresentazione negoziale delle pubbliche amministrazioni e i sindacati. Il presidente dell’Agenzia, Antonio Naddeo, ha consegnato, alle parti sociali, una bozza completa del nuovo contratto di lavoro. Si evidenzia, però, che non sono ancora presenti le tabelle con gli incrementi retributivi, indirizzati ai dipendenti, per cui tra dieci giorni è previsto un nuovo incontro.
Nel testo di ieri, tra l’altro, sono state confermate, tutte le previsioni del giorno precedente: smart working e ordinamento professionale.
Per quanto concerne il lavoro agile, si riadotterà l’accordo individuale tra il dipendente e l’amministrazione. Dunque, i dipendenti dovranno definire, di comune accordo, con i propri dirigenti, le modalità del lavoro da remoto, iniziando da quanti giorni saranno presenti in ufficio. Si darà vita, quindi, ad un modello di lavoro che potremmo definire “ibrido”, in parte in presenza e in parte da remoto.
Di conseguenza, la giornata lavorativa sarà suddivisa in tre fasce orarie così definite:
- “operatività”, in cui i dipendenti in smart working dovranno garantire la reperibilità ed essere, eventualmente, immediatamente operativi;
- “reperibilità”, durante la quale i lavoratori potranno ricevere email e chiamate, tuttavia però, non dovranno assicurare un’operatività immediata.
- “disconnessione”, in cui il lavoratore non potrà essere contattato in nessun caso.