8 novembre 2024

Rottamazione quinquies, il ritorno

Fra gli emendamenti alla Legge di Bilancio, spunta a sorpresa l’ipotesi di riproporre per la quinta volta la pace fiscale. Un’idea che piace ai contribuenti nei pasticci ma anche al Governo, che dalla “quater” non ha ancora incassato quanto aveva in mente

Autore: Germano Longo
In fondo, per il fisco italiano la rottamazione è come il panettone a Natale: non passa mai di moda, piace a tutte le generazioni, fa fine, non impegna ed è una certezza quando c’è urgente bisogno di riempire le casse.

Preambolo necessario per spiegare che da giorni si rincorrono voci sul possibile ritorno della famigerata sanatoria delle cartelle esattoriali che sarebbe pronta ad aggiungere al romanzo il capitolo numero “quinquies”.

Tutto sarebbe racchiuso in uno dei 382 emendamenti presentati al DL Fiscale della Legge di Bilancio 2025, ufficialmente per rispondere alle esigenze di un gran numero di contribuenti arrivati fuori tempo massimo alla rottamazione quater che fanno strofinare le mani all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Ma un secondo motivo, scritto più in piccolo, sarebbe dovuto anche ai 100 milioni di euro in meno sui 300 stimati, messi insieme finora dalla rottamazione quater.

Se le notizie fossero confermate si tratterebbe di una ghiotta opportunità sia per quanti non sono riusciti a includere le cartelle esattoriali nella definizione agevolata precedente (che copriva dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022), sia per chi ha debiti esattoriali dal 1° luglio 2022 al 31 gennaio 2023 che al momento non rientrano nella Rottamazione quater. L’emendamento, presentato dai Senatori di Forza Italia Lotito e Paroli, sarebbe una sorta di ripescaggio con riapertura dei termini per chi non ha pagato le rate della rottamazione in corso ed è decaduto dalla possibilità di versare il debito maturato al netto di sanzioni e interessi. Tantissimi, secondo le stime, sarebbero i contribuenti che non riescono a far fronte alle cartelle e assistono impotenti al pignoramento improvviso di stipendi, c/c, case e automobili.

Anche nella rottamazione quinquies rientrerebbero come sempre l’Irpef, l’Iva, l’imposta di registro, le multe stradali, il bollo auto e i tributi locali, a fronte dell’annullamento di sanzioni, interessi anche per ritardata iscrizione a ruolo, somme aggiuntive ai crediti previdenziali e l’aggio della riscossione. Su base volontaria, i Comuni saranno liberi di decidere se rottamare le ingiunzioni fiscali e gli accertamenti esecutivi, come previsto anche dalla precedente pace fiscale.

Ma per avere ulteriori dettagli sulla possibile Rottamazione atto quinto sarà necessario attendere l’avvio della discussione sugli emendamenti depositati in Commissione per il DL Fiscale 2025, che tra le novità dovrebbe contenere anche la riapertura del tanto discusso concordato preventivo biennale.

Nell’attesa, tornando alla rottamazione quater, sta per arrivare la sesta tornata del piano di rientro spalmato su 18 rate, in scadenza il 30 novembre prossimo anche se, per via dei cinque giorni di tolleranza ed escludendo i festivi, la vera scadenza è il 9 dicembre, data ultima in cui va saldata, ricordando che il mancato pagamento entro i termini prevede l’immediata decadenza dal beneficio. In pratica, chi non paga perde il diritto alla rottamazione e le somme già versate saranno considerate un acconto sul debito originario, che da quel momento torna ad essere dovuto integralmente comprese sanzioni, interessi e aggi precedentemente esclusi.

A proposito, nei 382 emendamenti di modifica al decreto fiscale che dovrebbe essere convertito in legge entro il prossimo 18 dicembre, ci sarebbe quello proposto dalla Lega per riportare il canone Rai a 70 euro dai 90 reintrodotti nella Legge di bilancio, così come l’ipotesi di una cartolarizzazione dei crediti inesigibili, pari a 1.247 miliardi di euro, tutti attribuibili a contribuenti falliti o deceduti.
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