9 luglio 2024

Settimana di 4 giorni? In Grecia la allungano a 6

Dal 1° luglio, le aziende di alcuni settori specifici possono richiedere ai lavoratori un aumento delle ore settimanali. Non è un obbligo ma un incentivo e un rimedio alla mancanza di manodopera

Autore: Germano Longo
In un mondo che punta dritto verso il lavoro da remoto, il nomadismo digitale e lo smart working, c’è anche chi decide di andare controcorrente. In Grecia, Paese piegato da quasi due decenni di recessione e da tre costosissimi salvataggi europei, dal 1° luglio le aziende del settore industriale, delle telecomunicazioni e del commercio al dettaglio, quelle costrette ad assicurare servizi H24, hanno la facoltà di richiedere la settimana lavorativa di 6 giorni per 48 ore di lavoro, a fronte dell’impegno di retribuire con il 40% in più la giornata lavorativa extra. Novità anche per i greci che hanno già un lavoro, che saranno liberi di trovarne un’altra occupazione part-time a patto di non superare le 13 ore di lavoro al giorno.

Triplici gli obiettivi della misura, varata da Kyruakos Mitsotalis, premier alla guida del governo di centrodestra: primo, combattere la carenza di manodopera qualificata che anche da quelle parti mette in crisi le aziende, secondo, creare un meccanismo di contrasto al lavoro in nero. Terzo, fermare l’emorragia dei giovani all’estero, fenomeno che ha addirittura diminuito la popolazione ellenica portandola dagli 11,1 milioni dei 2009 ai 10,3 milioni attuali.

Una misura che lascia fuori il settore del turismo, fondamentale per l’economia greca, che già lo scorso anno aveva ricevuto la cancellazione del limite alle 40 ore settimanali di lavoro, ma che ha comunque scatenato l’ira delle opposizioni, che accusano il governo di non aver consultato sindacati e parti sociali, creando un meccanismo del tutto facoltativo per l’impresa, che invece diventa obbligatorio per il lavoratore in caso di richiesta del proprio datore.

Molto meglio, secondo le opposizioni, sarebbe stato allargare le maglie a nuove assunzioni, visto che malgrado la Grecia sia uno dei Paesi in cui si lavora di più in Europa (un lavoratore su 8 lavora 48 ore a settimana, con una media nazionale pari a 39,8 ore settimanali), a fronte di salari fra i più bassi del Vecchio continente e un tasso di disoccupazione che non riesce a scendere dal 10,8%, secondo solo alla Spagna.

Fra le critiche più aspre quella dell’economista Aris Kazakos, intervistato dal quotidiano tedesco “Dw”: “Questa legge ucciderà la settimana di lavoro di cinque giorni. Quando le negoziazioni sono individuali, il datore di lavoro ha in mano tutte le carte e può dettare praticamente le condizioni che vuole, a cominciare da quelle che danno benefici solo a lui, instaurando così un regime di ingiustizia. Perché tutto ciò che nei rapporti di lavoro dà benefici a una sola parte non potrà mai essere giusto”.

L’economista rincara la dose ammonendo sui possibili rischi sulla salute e la sicurezza con l’aumento delle ore di lavoro, certificati da due importanti studi internazionali. Nel primo, realizzato nel 2010 in Finlandia, era stato provato in modi scientifico che l’aumento da 8 a 10 ore di lavoro aumenta del 41% il rischio di infortuni, mentre il secondo di riferisce ai dati diffusi dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), secondo cui nel solo 2016, quasi 800mila persone sono morte per cause riconducibili a carichi di lavoro troppo pesanti.

Tutto questo, come si accennava, mentre in diverse parti del mondo si moltiplicano i tentativi e i test per portare a quattro giorni la settimana lavorativa: in Belgio è già una realtà da un paio d’anni, mentre in Germania, Spagna, Paesi Bassi, e Irlanda, così come a Singapore, Giappone e negli Emirati Arabi Uniti, gli esperimenti hanno dato ottimi risultati. In Italia, Lamborghini, Intesa Sanpaolo, il gruppo Magister e Thun stanno testando la settimana ultra-corta, mentre EssilorLuxottica consentirà a circa 600 lavoratori di restare a casa per 20 venerdì all’anno.

Secondo un esperimento su larga scala condotto dall’organizzazione no-profit “4 Day Week Global”, che ha monitorato per 6 mesi 61 diversi luoghi di lavoro del Regno Unito, i dipendenti che lavorano quattro giorni a settimana sono meno stressati, dormono meglio e riescono a conciliare lavoro e casa. Ma i numeri positivi valgono anche per le aziende coinvolte, che hanno visto il numero di giorni di malattia dei dipendenti calare di un terzo e quello dei licenziamenti scendere del 57%. In compenso, la produttività è migliorata ovunque.
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