10 aprile 2025

Tassi BCE, cosa succede con i Dazi: tutti aspettano un taglio di aprile

Autore: Martina Giampà
Dazi si, dazi no. Mentre Trump frena sui Dazi annunciando una pausa di 90 giorni per i Paesi (eccetto la Cina) che non hanno reagito al suo piano tariffario, i cittadini comuni si chiedono che cosa succedere ai tassi di interesse.

La prossima riunione della BCE è fissata a giovedì 17 aprile 2025.

Dazi e tensioni globali: la BCE pronta a tagliare i tassi ad aprile 2025?

Il rimpallo dei dazi sta diventando fuorviante il sistema, fino a poco prima che la notizia dello stop dei Dazi diventasse reale gli investitori si aspettavano che la BCE tagliasse i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 2,25%, nella riunione di giovedì prossimo 17 aprile.

I Dazi, infatti, così come ritenuto dal governatore della Banca di Francia, stavano rallentando la crescita economica e favorendo la disinflazione in Europa e questo avrebbe giustificato a pieno il taglio. Più che altro, in generale, il taglio dei tassi è visto come una risposta necessaria allo scenario economico globale peggiorato dalla guerra commerciale USA.

Perché Trump ha bloccato i Dazi per tutti ma non per la Cina

Negli Stati Uniti, l’interesse per la Borsa continua a crescere: secondo recenti dati, il 62% degli americani investe nel mercato azionario. Tuttavia, non tutto è oro ciò che luccica. Quando i mercati crollano, chi ha messo i propri risparmi in gioco si trova spesso in difficoltà, confermando quanto l’emotività degli investitori possa influenzare le dinamiche finanziarie. Negli ultimi giorni, i riflettori si sono spostati sui titoli di Stato USA, in particolare sui bond trentennali e decennali. Due giorni fa, il governo americano ha messo sul mercato i titoli di Stato a 30 anni, ma l’asta è andata deserta: nessun acquirente, nessuna fiducia in quel tipo di debito a lungo termine.

Il giorno successivo, però, la situazione si è ribaltata. Il 9 aprile, gli Stati Uniti hanno proposto un’asta di Treasury a 10 anni (l’equivalente dei nostri BTP), e la domanda è stata altissima.

Poco dopo il successo dell’asta, Donald Trump ha annunciato la rimozione dei dazi commerciali per tutti i Paesi, tranne che per la Cina che non ha partecipato all’asta ma è solitamente uno dei maggiori acquirenti di debito USA.

Anche se ora il Giappone possiede più debito USA della Cina, Pechino ha ancora una miliardi di dollari in Treasury. Una cifra che le dà comunque grande influenza. Se volesse, potrebbe rispondere alle mosse americane con nuovi dazi o frenando gli acquisti di debito, colpendo i mercati globali. Intanto, mentre le Borse occidentali crollavano, quella cinese il 9 aprile era in rialzo: un segnale della forza economica di Pechino.
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