Un italiano su due convive con un debito, il 53% della popolazione adulta per dirlo in un altro modo. In pratica, che si tratti di restituire denaro per prestiti, mutui, finanziamenti, credito al consumo o cessioni del quinto, ogni mese un pezzetto dello stipendio si invola per appianare un debito.
Sono alcuni dei dati elaborati dalla “Crif”, un’azienda specializzata in analisi ed elaborazione dati sui sistemi di credito e business, un report realizzato per valutare lo stato di salute del rischio creditizio nazionale, che nella classifica dei debiti contratti dagli italiani mette al primo posto i prestiti finalizzati, con un’esposizione media pari a 6mila euro, seguiti dai prestiti personali al secondo posto e dai mutui al terzo, questi ultimi in forte aumento con un +22,3% di contratti attivi nel 2024 rispetto all’anno precedente, con esposizione residua media di 101mila euro. Mentre per quanto riguarda i prestiti finalizzati, a crescere leggermente è sia la rata mensile (134 euro) che l’esposizione residua (+1,5%), comunque contenuta sui 6.000 euro.
Sostanzialmente risulta stabile la rata media dei prestiti personali, che si attesta su 250 euro mensili con un’esposizione residua intorno ai 17.600 euro, in calo del -3,4%. Nel complesso, secondo le rilevazioni più recenti, il rischio di credito totale dei prestiti alle famiglie è in crescita e lo scorso marzo ha raggiunto l’1,4%, ma si tratta comunque di bassi livelli di rischiosità, che non destano allarmi.
Il 52,7% citato, ovvero la percentuale di italiani che ricorre a prestiti di varia natura, segna un rialzo di due punti rispetto al 2023, confermando al contrario una rata mensile di restituzione di 278 euro, cifra che al contrario migliora rispetto al 2023, considerato un anno fra i più complicati per i tassi, con una media che saliva a 320 euro. Aumenta però del +9% il dato sull’esposizione residua, pari a 35.167 euro contro un 34.870 della rilevazione del 2022.
La fotografia mostra una situazione composita a livello territoriale, che rispecchia diversi fattori economici e sociali come la propensione a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le spese correnti, la capacità reddituale e di risparmio delle famiglie, il costo degli immobili o la tendenza ad allungare la permanenza nell’abitazione di famiglia, la diversa intensità della ripresa dei consumi e del mercato immobiliare, o ancora la maggiore abitudine a rivolgersi alla cerchia familiare per pianificare gli acquisti rispetto agli istituti di credito. Ancor più nel dettaglio, la regione con la quota più elevata di maggiorenni con almeno un credito attivo è la Valle d'Aosta (62,3% del totale), seguita da Toscana (59,5%) e Lazio (58,2%). All’opposto, fra le regioni più refrattarie all’idea di contrarre debiti svetta la Basilicata (42,7%), seguita dalla Campania (45,5%) e dal Trentino-Alto Adige (28,7%).
Anche per via della forte incidenza dei mutui, i cittadini del Trentino-Alto Adige, con una media mensile 406 euro, sono gli italiani che sostengono la rata più elevata, seguiti da chi vive in Lombardia (319 euro), Veneto (306), Emilia-Romagna (298) e Friuli-Venezia Giulia (296 euro). Le rate più leggere restano una prerogativa del sud, con la Calabria, dove oscillano su una media di 232 euro, seguita dal Molise (234) e dalla Sicilia (236).
È soprattutto chi rientra nella fascia di età dai 30 ai 60 anni ad avere finanziamenti in corso, mentre solo il 27,2% appartiene alla fascia da 18 a 30 anni. Nelle fasce di età “centrali” si concentra chiaramente la maggior parte della popolazione attiva, che potendo contare su un reddito da lavoro ha una maggiore propensione ad accendere finanziamenti. Riguardo al genere sono in maggioranza gli uomini (58,5%) i più attivi nel mondo del credito, mentre per il 41,5% sono donne.
“In questa prima parte dell’anno, sia la quota di soggetti che ricorrono al credito, sia l’esposizione residua risultano in crescita, probabilmente a causa delle aumentate spese dovute ai tassi di interesse ancora alti e all’elevato costo della vita, ma con un’attenzione alla sostenibilità della rata mensile, che infatti cala del -13,9% – commenta Beatrice Rubini, Direttrice della linea Mister Credit di CRIF - nel complesso, l’incidenza dei mutui oggi rappresenta il 23,6% del totale dei finanziamenti attivi, mentre sono i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. a risultare la forma di finanziamento più diffusa, con una quota che arriva quasi al 50% del totale. La quota di prestiti personali, pari al 28,7% del totale dei finanziamenti attivi, rimane sostanzialmente stabile”.