Dal ministero della Famiglia, natalità e pari opportunità, la titolare Roccella ha annunciato che l’assegno unico andrà incontro a una riforma strutturale. L’obiettivo della riforma è quello di premiare le famiglie più numerose, garantendo trattamenti adeguati in ambito fiscale. Alla base della revisione, la priorità è quella di modificare il meccanismo alla base dell’assegno stesso, preferendo il principio del quoziente familiare a quello dell’Isee per l’assegnazione degli importi. L’assegno era entrato in vigore a marzo di quest’anno, assorbendo altre misure come il bonus nascita, l’assegno di natalità, l’assegno temporaneo e infine quello destinato ai nuclei con almeno tre figli. A goderne, invece, sono i nuclei familiari con minorenni a carico dal settimo mese di gravidanza, fino al compimento dei 21 anni quando studenti o disoccupati, oltre ai figli disabili senza limiti di età. Per ottenerla è necessario inoltrare richiesta, per vederne l’erogazione direttamente dall’Inps tramite bonifico bancario. Ed è l’Isee, con la normativa attuale appunto, a dettarne il calcolo, mentre per i soggetti che percepiscono Reddito di cittadinanza viene ponderata in automatico e corrisposta contestualmente.
Sostegno adeguato alle famiglie - Sarebbe proprio da imputare all’Isee, infatti, secondo quanto ribadito a più riprese dalla ministra, la responsabilità di non aver garantito ai nuclei con più figli importi adeguati alle spese da sostenere. Con tutta probabilità il treno normativo della riforma sarà la legge di Bilancio, alla quale si continua a lavorare su più fronti e che non dovrebbe tardare ad arrivare con le relative misure, anche se non si esclude un’articolazione in più fasi. Nel suo complesso, l’intervento punterà in larga misura a depotenziare l’Isee come parametro per la quantificazione dell’assegno, sostituendolo con il quoziente familiare. L’utilizzo del nuovo criterio ha fatto il suo ingresso sui tavoli di lavoro e il dibattito politico con il decreto Aiuti-quater, dove troverà presumibilmente spazio in ambito Superbonus, con l’incentivo per le villette fino a marzo 2023. L’urgenza di intervenire invece anche sull’assegno unico in questo senso sarebbe invece arrivata dalla rinuncia di circa un milione di potenziali beneficiari alla misura, come ha sottolineato Roccella, tornando in concretezza sul tema del sostegno alle famiglie, che ampio spazio ha avuto nel programma di governo della neopremier Meloni.
Focus sui conti - In coda alla revisione del meccanismo di quantificazione dell’assegno, al governo preme anche la questione degli assegni decurtati ai vedovi per i figli. Per questa categoria di beneficiari, infatti, non è arrivato il riconoscimento di una maggiorazione concessa a due genitori lavoratori. Mancato uno dei due, viene a mancare anche il premio di maggiorazione. Una riforma, insomma, che guarda soprattutto ai conti della misura, per garantire somme adeguate ai beneficiari. Se gran parte dei fondi disponibili per la manovra saranno però convogliati per l’emergenza energetica, non è ancora chiaro dove saranno reperite le ulteriori risorse di bilancio per finanziare tutte le altre grandi manovre in agenda.
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