Per ottenere l’immunizzazione completa contro il Covid-19 è necessario ricevere la somministrazione di entrambe le dosi di vaccino, tuttavia, dai dati provenienti dagli Stati Uniti, emerge che sono sempre più numerose, le persone che hanno saltato la seconda dose, precisamente 1 su 10.
Uno scenario che desta preoccupazione, considerando l’elevatissimo grado di trasmissibilità della variante Delta che si sta diffondendo in molti Paesi.
Per quanto concerne l’Italia e l’Europa, statistiche simili, momentaneamente, non sono ancora disponibili, tuttavia tali dati potrebbero anticipare una problematica che potrebbe verificarsi nel futuro immediato.
Dai numeri resi noti dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), al 16 giugno circa l’88% delle persone idonee a ricevere la somministrazione della seconda dose, ha completato la vaccinazione. Dunque, il 12% ossia 15 mila persone, di coloro che hanno ricevuto la prima dose, ha saltato il richiamo, superando l’intervallo di tempo previsto tra una dose e l’altra. La percentuale di coloro che rispettano il proprio ciclo di vaccinazioni è elevata, tuttavia però, si registra un calo rispetto a inizio anno.
Gli studi hanno dimostrato che i vaccini anti-Covid sono molto più efficaci contro la variante Delta (B.1.617.2 ), identificata per la prima volta in India, al seguito del completamento delle due dosi. A tal proposito, il chirurgo statunitense, Vivek Murthy, nel corso di un’intervista rilasciata alla CNN, ha evidenziato che con la mutazione del virus, la protezione immunitaria fornita dal vaccino, non è totalmente efficace contro alcune varianti.
In riferimento alla diffusione della variante Delta, l’immunologo Anthony Fauci, ha sottolineato la necessità di un acceleramento della campagna vaccinale, soprattutto, nelle zone definite “sottovaccinate”. In America, infatti, tra i casi segnalati, 1 su 5 è riconducibile alla variante Delta, per cui la vaccinazione parziale e la scelta di saltare la somministrazione della seconda dose, rappresenta un rischio per milioni di persone e potrebbe, tra l’altro, avere effetti devastanti sulla stato di emergenza sanitaria.
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