14 febbraio 2025

Crisi dell’automotive: tra incentivi europei e strategie nazionali

Autore: Angela Taverna
Si parlerà ancora di incentivi auto?

Tale interrogativo, specchio degli ultimi tempi, si riflette sia a livello nazionale che europeo. Mentre il governo italiano ha intrattenuto rapporti tesi con il settore automobilistico nell’era della presidenza Tavares, tutti ora guardano con attenzione alle prossime mosse della Commissione europea, atte a rivitalizzare il settore.

Il nuovo piano di incentivi sarà senza dubbio un piano europeo, nel quale verrà dato vita a un’azione concreta per l’automotive, così come annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen.

L’Italia, dal canto suo, ha previsto un tavolo di trattative, convocato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per discutere sul tema. Tale impegno da parte del governo italiano, riflette il sentore comune europeo inerente alla crisi dell’intero comparto. In effetti, sull’automotive è maturata una convergenza di idee tra gli Stati, a partire da Francia e Italia, tale da rendere matura l’idea di occuparsi del settore in maniera organica, una volta per tutte. La visione comune europea si riflette anche nella prospettiva di un finanziamento condiviso, questione che potrebbe risolversi necessariamente a giugno, quando si entrerà nel vivo del Quadro finanziario pluriennale.

L’ipotesi francese del leasing sociale - Tra le novità proposte dai Paesi limitrofi vi è l’ipotesi del leasing sociale per sostenere il mercato delle auto elettriche, anche per le famiglie a basso reddito, proposta dalla Francia. La proposta, consistente nell’opportunità di guidare un’auto elettrica per tre anni a 100 euro al mese, con la possibilità di riscatto a conclusione del triennio. L’Italia ha valutato l’idea, senza sbilanciarsi mai fino in fondo per paura che potessero esserci ripercussioni sull’economia nazionale.

Chiusura del mercato con la clausola del “Made in Europe” - Un altro modello utile a sostenere la filiera automobilistica europea proviene sempre dalla Francia e rappresenta una possibile via per arginare lo strapotere estero, soprattutto cinese, nel mercato automobilistico europeo. Parigi, ai fini dell’ottenimento del bonus per le auto elettriche, ha introdotto un metodo di calcolo delle emissioni basato sull’intero ciclo di vita dell’auto, considerando anche produzione e trasporto (e non solo le emissioni allo scarico). Questa misura ha fortemente limitato i modelli asiatici ammessi al bonus. L’Italia ha cercato di adottare un modello simile, ma tutto si è risolto in un nulla di fatto dopo lo scontro con Tavares.
Regole sugli appalti - Un’alternativa per rivitalizzare il comparto, ambiziosa e al contempo ostica, potrebbe essere l’introduzione di una vera e propria priorità per gli acquisti europei. Tale disciplina, da inserire all’interno delle regole europee sugli appalti — che saranno soggette a riordino — potrebbe prevedere l’obbligo di una quota minima di componentistica europea nella produzione finale dei veicoli incentivati. Tuttavia, le tempistiche non sono a breve termine: secondo quanto previsto nella Bussola per la competitività, la revisione delle direttive sul public procurement scatterà nel 2026.
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