Equo compenso, la Camera approva. Il provvedimento attende ora il passaggio all’aula del Senato per l’approvazione definitiva. “Un traguardo importante per tutti i professionisti, ordinistici e non” commenta positivamente il presidente nazionale Lapet Roberto Falcone nonché segretario nazionale Assoprofessioni che, al contempo, esprime rammarico per il fatto che si sia persa l’occasione di introdurre ulteriori misure migliorative.
Quello dell’equo compenso è, in modo particolare per Assoprofessioni, un provvedimento atteso da anni e che “ci ha visti da sempre affiancare l’attività parlamentare” aggiunge Giorgio Berloffa presidente Assoprofessioni.
Tuttavia ed ancora una volta Falcone suggerisce che i soggetti rappresentativi da coinvolgere nell’interlocuzione con il Ministero andrebbero identificati attraverso la riproposizione dei medesimi requisiti previsti dall’art. 17 della legge 22 maggio 2017, n. 81, per la costituzione del Tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo. Questa è una delle istanze di cui ci faremo nuovamente portavoci nel passaggio all’aula del senato.
Ed ancora, il testo prevede che il diritto ad un equo compenso sia protetto dalla sanzione della nullità, con cui l’articolo 3 affligge le clausole che non prevedono un compenso proporzionato all’opera prestata, tenuto conto anche dei costi sostenuti dal professionista. In particolare sono afflitti da nullità i compensi inferiori a quelli stabiliti dal decreto del Ministro dello sviluppo economico di cui all'articolo 1. In queste ipotesi il comma 6 dello stesso articolo 2 consente al Tribunale di procedere alla rideterminazione del compenso, anche tramite un parere di congruità del compenso o degli onorari acquisito dal professionista presso l’ordine o il collegio di appartenenza. La norma, tuttavia, si riferisce solamente agli ordini ed ai collegi, pertanto Assoprofessioni aveva già stimolato una proposta emendativa affinché fosse inserito anche l’espresso riferimento alle associazioni di professionisti all’art 2 comma 7 della legge 4/2013, quali soggetti a cui il professionista, non iscritto in ordini o collegi, può richiedere il parere sulla congruità del compenso.
“Anche si tale proposta emendativa torneremo a farci promotori al Senato. - chiarisce Falcone – Una misura che si rende necessaria per correggere un’incongruenza del testo che si riferisce unicamente alla possibilità di richiedere un parere sulla congruità del compenso da parte del professionista all’ordine od al collegio cui appartiene, non considerando invece i professionisti che non appartengono a tali ordini o collegi”
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