12 febbraio 2025

Imprese italiane a rischio insolvenza sopra la media

Autore: Angela Taverna
Coface ha recentemente pubblicato il Barometro Rischio Paese e Settoriale 2025, il quale offre un’analisi dettagliata delle tendenze economiche globali, con particolare attenzione ai settori più a rischio dell’economia italiana.

Il rapporto evidenzia una crescita economica globale debole, aggravata dalla mancata condivisione degli obiettivi economici tra Stati Uniti ed Europa e da un aumento del rischio per le economie emergenti. In questo contesto, l’Italia continua a dimostrarsi inadeguata sotto il profilo della stabilità economica delle imprese sul territorio, soprattutto in quei settori che hanno attraversato crisi significative, come l’automotive e il segmento metallurgico.

Le previsioni di Coface per l’economia italiana sono tutt’altro che positive, delineando una crescita economica ancora fragile e un’industria esposta a una spietata concorrenza estera. Il mercato cinese, invece, prosegue la sua espansione nel settore automotive, con un’Europa completamente incapace di competere con i produttori cinesi e gli Stati Uniti che continuano a destare preoccupazione per quanto concerne le tensioni economiche internazionali.

Il report di Coface evidenzia un’Italia priva di politiche economiche efficaci a sostegno delle imprese, con difficoltà strutturali rilevanti nel sistema economico nazionale, le quali si riflettono nell’elevato tasso di insolvenze aziendali e in una crescita economica contenuta. Le imprese italiane dovranno affrontare un 2025 incerto, con alcuni settori maggiormente esposti alle tensioni geopolitiche e macroeconomiche; mentre la crescita globale non solo riesce a mantenersi, ma registra un incremento del 2,7%, trainata dagli Stati Uniti che riescono da soli a controbilanciare la debolezza economica europea.

La Cina, pur subendo un lieve rallentamento rispetto al 2024, mantiene una crescita del 4,3% nel 2025, riuscendo a consolidare la propria posizione nonostante le criticità legate all’eccessiva produzione e alle recenti questioni economiche internazionali che continuano a minacciare l’economia interna del Paese.
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