Dal
1° luglio 2020 saranno validi nuovi limiti per il pagamento in contante. Tale normativa entrerà in vigore tra qualche mese, quindi, fino ad allora varranno le disposizioni vigenti in materia di circolazione e scambio di denaro. Il Governo, con l’approvazione del
Dl Fiscale collegato alla Manovra Finanziaria, infatti, ha pensato bene di ridefinire i margini di utilizzo di denaro cash per determinate transazioni, limitandone l’uso sotto una determinata soglia.
Lo scopo è quello di ridurre al
minimo i casi di evasione fiscale e riciclaggio di denaro, introducendo l’obbligo di impiego di strumenti tracciabili per tutte quelle movimentazioni di denaro che potrebbero sfociare in frode, tra cui appunto il pagamento degli stipendi.
Limite pagamento contanti, cosa cambia da luglio 2020- La
Legge di Bilancio 2020 ha abbassato a 2.000 euro il limite per i pagamenti in contanti. Questo vuol dire in pratica che qualsiasi tipo di transazione di denaro superiore alla somma indicata deve essere effettuata tramite
mezzi di pagamento tracciabili. Tra questi, nello specifico, rientrano i pagamenti tramite:
- bancomat o carte di debito;
- carte di credito e prepagate;
- assegni bancari e circolari;
- bonifici e qualsiasi altro strumento tracciabile.
Il tetto del contante si ridurrà ulteriormente nel 2022, quando non saranno consentiti pagamenti in contanti oltre la soglia massima di 1.000 euro.
Non è la prima volta che il Governo introduce un limite all’utilizzo dei contanti. Il primo intervento, difatti, si è verificato con l’approvazione della
Legge 205/2017, ovvero la Legge di Bilancio 2018. Circa due anni fa, sempre con l’obiettivo di tradurre in azioni concrete la lotta all’evasione, è stato approvato un
tetto per l’uso del contante che – valido ancora oggi e fino a luglio 2020 – è pari a 3.000 euro.
Tali limitazioni coinvolgono
anche donazioni e prestiti tra parenti, che se effettuati a favore di una persona per un importo superiore a quelli appena indicati devono avvenire attraverso modalità tracciabili.
Il
mancato rispetto delle norme esporrà a rischio sanzione sia chi effettua il pagamento e sia chi lo riceve. La Legge a tal proposito non ammette scusanti né tanto meno concede sconti. Coloro i quali non rispetteranno – da qui a luglio – quanto disposto dalla Legge di Bilancio 2018 e – dopo il mese di luglio – trasgrediranno le regole ridefinite dalla Legge di Bilancio 2020, andranno incontro a
sanzioni amministrative il cui importo potrà
variare da un minimo di 3.000 euro ad un massimo di 50.000 euro.
Pagamento stipendi, limiti e obblighi confermati nel 2020 - Il nuovo
tetto al contante vale anche per il pagamento degli stipendi? Molti, ad oggi, si stanno chiedendo se da luglio 2020 quanto vale per le movimentazioni di denaro in generale sarà valido anche per i compensi e le retribuzioni dei lavoratori. Ebbene, a tal proposito, bisogna specificare che
la Manovra 2020 non ha fatto altro che confermare quanto disposto dalla Finanziaria del 2018.
Non esiste una soglia minima sotto la quale un datore di lavoro può erogare in contanti lo stipendio ad un impiegato alle sue dipendenze e/o collaboratore.
Rimane quindi valido il divieto di pagamento in contanti degli stipendi corrisposti da datori di lavoro e committenti del settore privato. Tale normativa riguarda sia le retribuzioni che i corrispettivi e
si estende anche ad eventuali acconti, mentre pare che al momento siano da escludersi i rimborsi spese per trasferte/trasferimenti o gli anticipi di spese per conto del datore di lavoro o committente.
L’obbligo di effettuare il pagamento dello stipendio attraverso modalità tracciabili vale per le seguenti
tipologie contrattuali:
- contratto di lavoro subordinato, e cioè dipendente;
- i cosiddetti co.co.co., le collaborazioni coordinate e continuative;
- per i lavoratori/soci delle cooperative.
I datori di lavoro del settore privato che si avvalgono di tali professionisti dovranno versare quanto pattuito per il compenso o fissato dal CCNL di categoria solo ed esclusivamente ricorrendo a metodi di pagamento come l’assegno, il bonifico provvisto di iban o il bonifico elettronico oppure ancora attraverso il versamento in contanti presso uno sportello postale o bancario.
Sono
esclusi da tale obbligo i rapporti di lavoro presso la Pubblica Amministrazione (per i quali vale il limite dell'uso contante entrato in vigore con il
Dl 138/2011) e quelli stipulati con addetti ai servizi familiari e domestici (come colf e badanti che hanno un contratto rientrante tra quelli indicati dal CCNL di categoria che ne disciplina anche i pagamenti).
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