C’è il dipendente Asl di Piacenza beccato a farsi una nuotatina in piscina, durante l’orario di lavoro; ma anche chi - come successo al Comune di Assisi - abbandonava l’ufficio un’ora prima del previsto, per tornarsene a casa prima e andarsene in palestra. Con regolarità: tutti i lunedì e ogni mercoledì. Nel primo consuntivo redatto dal ministero della Pubblica Amministrazione, sulla riorganizzazione della PA, tanti gli impeccabili salutisti e allo stesso tempo “furbetti del cartellino”.
45 i licenziati, da luglio 2016 - Tempi duri per quei lavoratori che truffano sulla presenza in servizio. Con l’entrata in vigore del decreto Madia – luglio 2016, oramai due estati fa – il ministero da conto dell’attività di monitoraggio compiuta sulla PA, da Nord a Sud del Paese.
Secondo il report, sono 45 i dipendenti pubblici licenziati senza preavviso in Italia (più 2 ancora in attesa di sentenza penale visto che i procedimenti sono ancora in itinere) perché affaccendati in altre occupazioni, per lo più di carattere ludico, fuorché in quella per cui erano pagati.
Nessuna eccezione sporadica, né impellenze dell’ultimo minuto o della massima urgenza, ma veri e propri illeciti ripetuti e consuetudinari, tanto da apparire come un "normale modus operandi".
Tra i 45 c'è stato anche chi ha addirittura pubblicato su Facebook, senza rendersi conto che così facendo si stava auto-licenziando, la sua fotografia mentre con l'auto di servizio andava a fare la spesa in un mercato rionale in pieno agosto. È accaduto in Puglia ad un dipendente dell'Agenzia regionale delle attività irrigue che risultava in servizio. Peccato che non avesse neppure strisciato il cartellino. Non di meno a Napoli, dove un dipendente dell'Università degli studi 'Parthenope' è stato beccato un’intera giornata in giro con lo scooter. L’uomo, restio a svolgere le sue mansioni, è stato colto “in flagranza” dalla Polizia mentre rientrava in ufficio per passare al tornello il badge.
Licenziamento in tronco, se in flagranza - La sequela, da Striscia la Notizia, è lunga e delle più strampalate. In ciascuno di questi casi, però, è stata applicata la pena massima con il licenziamento in tronco. Già, perché con la stretta introdotta dalla riforma del Ministro Marianna Madia è prevista l’applicazione della pena massima, per il dipendente assenteista preso sul fatto. In 48 ore scatta il licenziamento in tronco. E’ questa la prassi contro chi viene colto in flagrante a strisciare il badge ai tornelli segna-presenza, senza poi entrare in ufficio.
E’ quanto previsto per il “furbetto” da quando il fatto viene a conoscenza del dirigente responsabile (prima i giorni a disposizione erano 120), con «immediata sospensione cautelare senza stipendio». A seguire scatta il procedimento previsto per l'azione disciplinare (basato sul contraddittorio), con tempi standard obbligatori di 30 giorni. Dall’Emilia Romagna dove all'Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione gli assenteisti sono stati snidati dagli inviati della trasmissione di Canale 5, alla Asl di Albano laziale, dove la Guardia di Finanza, ha individuato “i furbetti” con i nuovi controlli a campione, svolti in collaborazione con l'ispettorato. In linea con i principi stabiliti dal diritto e dalla giurisprudenza (come gradualità, ragionevolezza e proporzionalità della sanzione), la sanzione del licenziamento può essere convertita in una sospensione dall’impiego con privazione della retribuzione, da pochi giorni fino a un massimo di sei mesi. Punibile con il licenziamento o con l'obbligo a risarcire i danni all'immagine della Pubblica Amministrazione anche il dirigente che non provvede a punire il “furbetto”.
Monitoraggio e soluzioni digitali - Quanto al monitoraggio invece, sull'applicazione del decreto - riferito solo ai casi successivi alla sua approvazione - è curato dal ministero della Pubblica amministrazione, in base ai dati trasmessi dal Formez e dall'Ispettorato della Funzione pubblica. Il monitoraggio è destinato ad affinarsi, visto che da luglio scorso le amministrazioni sono obbligate a comunicare, via web, la conclusione e l'esito dei procedimenti entro venti giorni dalla loro adozione. Poi c’è chi sperimenta, come al Comune di Santa Margherita Ligure, altre soluzioni per rilevare le presenze sul lavoro dei dipendenti con la lettura delle impronte digitali.
L’apparecchiatura entrerà in funzione a breve: l’introduzione del nuovo sistema è stata inserita nel Piano Anticorruzione adottato dalla giunta su proposta del segretario comunale; recentemente, il Comune di Santa aveva sospeso 2 dipendenti per timbrature non regolari.
Quando il sistema entrerà a regime, ogni dipendente sarà dotato di un badge su cui, preventivamente, sarà memorizzata in forma protetta l’impronta digitale: per “timbrare”, il dipendente dovrà avvicinare il badge al rilevatore e subito dopo appoggiare il polpastrello sul lettore biometrico dattiloscopico. Ad abilitare la timbratura sarà la corrispondenza fra impronta letta e impronta contenuta nel badge.