9 luglio 2018

Reati fiscali società. sequestro “misto” con indicazione generica

Autore: Paola Mauro
La Corte di Cassazione ha avuto modo di enunciare interessanti principi in tema di sequestro preventivo “diretto” e “per equivalente”, nell’ambito dei reati di cui al D.lgs. n. 74 del 2000.

Con la Sentenza 29862/2018, la Terza Sezione Penale della Suprema Corte ha respinto il ricorso proposto da due soggetti – nella specie, l’amministratore unico e l’amministratore di fatto di una S.r.l. – indagati per il reato di omessa dichiarazione.

Il GIP ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di denaro, beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati, fino all'equivalente della somma ritenuta evasa (€ 421.950,00), ove il sequestro diretto nei confronti della Società fosse risultato infruttuoso o incapiente rispetto a detto importo.

Dopo la conferma della misura cautelare da parte del Tribunale del Riesame, gli interessati si sono rivolti ai giudici di legittimità lamentando, in estrema sintesi, che lo spostamento del sequestro dalla società (in via diretta) alla persona fisica (per equivalente) richiedeva il preliminare accertamento dell'assenza di un bene costituente il profitto o il prezzo del reato in capo all'impresa.

Per i ricorrenti, il GIP si sarebbe limitato a specificare con un inciso, riportato nell'ultimo periodo del decreto impugnato, che «il sequestro per equivalente è subordinato all'infruttuosità o incapienza del sequestro diretto nei confronti della società» e ciò non sarebbe sufficiente a escludere quel necessario preliminare accertamento circa l'impossibilità, anche transitoria, di procedere al sequestro in forma diretta.

Ebbene, i Massimi giudici hanno respinto il ricorso, con enunciazione dei seguenti principi di diritto:
  • «È legittimo il decreto di sequestro preventivo che presenti una struttura "mista", prevedendo la sottoposizione a vincolo a titolo di sequestro diretto e, in subordine, a titolo di sequestro per equivalente su beni delle persone fisiche (nella specie, amministratore di diritto e di fatto di una s.r.1.), nel caso in cui il sequestro diretto, da eseguirsi nei confronti della persona giuridica, risulti infruttuoso o incapiente rispetto al patrimonio di quest'ultima, salva la necessità, nel secondo caso, di predeterminare, già con il provvedimento genetico, il valore del compendio assoggettabile alla cautela (fattispecie in materia di reati tributari)».
  • «Nell'ipotesi di sequestro preventivo a struttura "mista" (ossia laddove il provvedimento disponga il sequestro diretto nei confronti della persona giuridica e, in subordine, quello per equivalente nei confronti della persona fisica che ne ha la rappresentanza, nel caso si riveli infruttuoso od incapiente il primo rispetto al patrimonio della persona giuridica), non è necessario che la verifica della infruttuosità od incapienza venga eseguita preventivamente all'adozione del decreto di sequestro preventivo, potendo la stessa essere eseguita, in caso di sequestro a struttura "mista", anche in fase di esecuzione del decreto da parte del P. M. purché in un momento comunque precedente all'apprensione sui beni della persona fisica».
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