L’equità fiscale al centro del percorso formativo Lapet, voluto dal Consiglio direttivo nazionale per questo nuovo anno 2020. Ben 11 incontri nazionali che, partiranno da Bari il prossimo 24 gennaio e coinvolgeranno poi le città di Genova il 21 febbraio, Verona il 20 marzo, Roma il 22 aprile, Bologna l’8 maggio, Napoli il 5 giugno, Napoli il 5 giugno, Torino il 19 giugno, Sassari il 17 luglio, Catania il 18 settembre, Milano il 2 ottobre, Firenze il 23 ottobre. Tale percorso, si inserisce nell’ampio programma di aggiornamento professionale, formato anche dall’e-learning e dai convegni regionali e provinciali, ed intende affrontare il tema dell’equità fiscale, con l’ausilio degli esperti relatori del Centro studi Lapet, nelle sue varie sfaccettature, con argomenti che spazieranno dalla semplificazione fiscale alle imprese, dalla previdenza ai diritti della famiglia, dagli accertamenti induttivi alla giustizia tributaria, dalla coerenza normativa ai reati tributari, dai diritti del contribuente all’equo compenso, all’informatizzazione. Una tematica, quella dell’equità fiscale, che oltre ad essere fortemente attuale, sta particolarmente a cuore ai tributaristi. “Un principio che purtroppo viene continuamente disatteso nel nostro sistema fiscale. – ha spiegato il presidente nazionale Roberto Falcone - Quando si parla di equità fiscale non si può non pensare ai concetti strettamente connessi come la giustizia distributiva, eguaglianza e capacità contributiva. Per questo vogliamo, ancora una volta, anche attraverso questi incontri, portare a riflettere sul significato etico e sulle sue implicazioni morali, pubbliche e private che ne derivano. Il principio della giustizia distributiva, infatti, è un principio che dovrebbe godere della massima attenzione politica di uno Stato dove, proprio dal sistema fiscale, dipende la sua capacità di tutelare esigenze universalmente giudicate primarie per ogni cittadino”. Infatti, il principio di capacità contributiva pone dei limiti al legislatore tributario quando si accinge a istituire un tributo o comunque un prelievo: quello di garantire la sopravvivenza del privato e la sua vitalità economica. Pertanto, esso rappresenta un punto di equilibrio tra il potere che ha lo Stato nel proporre gravami fiscali ed il diritto-dovere del cittadino di essere assoggettato a imposizione fiscale secondo la sua attitudine a sopportarne il peso. Ma allora non ci sarà mai equità fiscale? E’ questo l’interrogativo a cui Falcone vuol portare la sua riflessione: “La produzione di norme fiscali continua ad essere sempre molto importante a discapito anche della certezza del diritto e della continuità delle scelte aziendali (vedasi non ultimo il repentino cambio di rotta sulle norme riguardanti il regime forfettario). Reputo molto importanti convegni come questi al fine di mantenere alta l’attenzione del legislatore affinchè tutti possano pagare le giuste imposte anche se, nel contempo, non ci stancheremo di rimarcare in tutte le sedi istituzionali opportune la necessità di avviare una seria e reale semplificazione che consenta al contribuente ed al suo consulente tributario di uscire da quello stato di sudditanza e di incertezza che non agevola il rapporto fisco-contribuente ma soprattutto rende difficoltoso l’adempimento tributario”.
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