27 marzo 2020

Covid 19: gli aiuti e le raccomandazioni internazionali per affrontare la crisi

Necessario rivedere le norme in materia di sovraindebitamento e crisi d’impresa

Autore: Redazione Fiscal Focus
Se è ormai certo che l’effetto della diffusione del Coronavirus e delle conseguenti misure di lockdown stanno determinando una difficile fase di repressione per il nostro Paese, come evidenziato nel rapporto rilasciato dall’ex Presidente della BCE in un’intervista al Financial Time, occorre evitare che la crisi diventi strutturale, trasformandosi in depressione.

Per fare ciò, è necessario che i singoli governi e le istituzioni UE attuino politiche volte a contrastare un possibile effetto di fallimenti a catena. Primo fra tutti, occorre pertanto risolvere il problema connesso all’impiego delle risorse finanziarie dei singoli Stati per i settori sanitari e per quelli connessi, nonché per sostenere l’economia intera messa in ginocchio dall’avanzare del virus.

Con l’interessante documento di Informativa periodica n. 26 pubblicato nella giornata di ieri dal CNDCEC, unitamente alla FNC, vengono delineate le principali misure messe in campo dall’Unione Europea, nonché le raccomandazioni OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e CERIL (Conference of European Restructuring and Insolvency Law).

Le misure dell’UE – Oltre all’annunciata sospensione, da parte della Presidente Von Der Lyen, della clausola di salvaguardia che renderebbe flessibili le politiche di bilancio, la BCE in prima battuta si è impegnata ad acquistare parte dei titoli di debito emessi da imprese europee e dagli Stati Membri per evitare che la crisi possa affondare il mercato dei capitali. Oltre all’opzione dei “Coronabond”, finanziati mediante il MES (Meccanismo europeo di Stabilità), sul tavolo vi sarebbe anche l’intervento di fondi strutturali per le spese sanitarie e per l’attuazione delle misure di supporto alle PMI colpite dalla crisi, senza che sia necessaria poi la restituzione dei prefinanziamenti non spesi (la misura per l’Italia si tradurrebbe in un’iniezione di liquidità di circa 800 milioni relativi al 2019 e di 952 milioni al 2020). La priorità è quella di dare sostegno alle imprese, non solo a quelle strategiche (settore automobilistico, compagnie aeree, ferrovie, ecc.), ma anche e soprattutto alle piccole e medie imprese. Sul punto, l’OCSE, con una nota del 20 marzo 2020 afferma:, suggerendo quindi ai singoli governi di adottare le seguenti misure:
  1. Welfare più generoso a sostegno di lavoratori autonomi e dipendenti;
  2. Sospensione o rinuncia dei versamenti relativi agli oneri contributivi;
  3. Introduzione di specifiche agevolazioni fiscali per i lavoratori del settore sanitario e per coloro i quali continuano svolgere il proprio lavoro nell’ambito di attività essenziali;
  4. Differimento dei pagamenti IVA, dei dazi doganali e delle accise per l'importazione;
  5. Velocizzazione delle erogazioni di rimborsi dell'IVA;
  6. Adeguamento della misura degli acconti di imposta dovuti sulla base di una stima quanto più puntuale del debito effettivo previsto per il medesimo anno;
  7. Modifica delle disposizioni in materia di riporto delle perdite, mediante ad esempio l’introduzione della possibilità per le imprese di optare per l’incasso una tantum di un importo pari all’imposta dovuta sulle perdite fiscali riportate.


Le raccomandazioni del CERIL sulla crisi d’impresa– Dopo aver identificato nella temporanea perdita di ricavi nonché nell’impossibilità prevedere i futuri flussi finanziari i due prioritari ambiti di intervento, il CERIL si rivolge all’UE e ai singoli governi per l’adozione delle misure necessarie per adeguare la legislazione sulla crisi d’impresa, evitando l’inevitabile fallimento di numerose imprese. Il Comitato Esecutivo suggerisce quindi di intervenire su due fasi:
  • 1. Sospensione delle istanze di insolvenza dovute all’eccessivo indebitamento

La situazione di indebitamento eccessivo in cui versano molte imprese dovrebbe essere momentaneo, in quanto dovuto alla paralisi generata dalle lockdown misures, e, pertanto, temporaneamente sospeso, prevedendo altresì l’esclusione da responsabilità degli amministratori per la mancata presentazione di istanze di accesso alle procedure concorsuali richieste dall’attuale norma.
  • 2. Sostegno alla crisi di liquidità delle imprese

Le misure di contegno per l’emergenza coronavirus, tra cui la chiusura delle attività produttive e di commercio, stanno determinando una sensibile riduzione dei flussi di cassa delle attività economiche. E’ pertanto necessario ridefinire lo stato di “insolvenza” che, così come attualmente codificato dalle singole legislazioni, verrebbe in molti casi “sconfinato” seppur le stesse aziende, in normali condizioni economiche, sarebbero solvibili.

Le quattro aree di intervento per i singoli Stati – I legislatori nazionali dovrebbero quindi adottare specifiche misure di risposta alla crisi in corso mediante:

1. Finanziamenti interinali: più utili per le grandi aziende, specialmente sotto forma di finanziamento-ponte, potrebbero risultare inefficaci per le PMI che non vogliono aumentare il livello, già elevato, del loro indebitamento;
2. Sospensione dell’obbligo di accedere a procedure concorsuali in caso di insolvenza: come detto, dovranno essere introdotte deroghe straordinarie alla normativa sulla crisi d’impresa, al fine di ridurre il numero di soggetti obbligati a presentare le relative istanze;
3. “Ibernazione” per le piccole imprese: tale condizione può essere raggiunta o mediante la previsione di una moratoria generale o, più limitatamente, per mezzo del rinvio dei pagamenti;
4. Nel caso in cui anche il meccanismo di ibernazione non dovesse risultare sufficiente, occorrerà supportare la sopravvivenza degli imprenditori e dei loro dipendenti mediante iniziative per aiuti di stato che dovrebbero garantire il sostentamento e la sopravvivenza della struttura aziendale “in letargo” (elettricità, personale di emergenza, server, ecc).

Le raccomandazioni ai consulenti – Pur nella consapevolezza che consulenti e legali sono parimenti colpiti dalla crisi, specialmente gli studi di piccole dimensioni, il CERIL raccomanda tuttavia, laddove possibile, di differire il pagamento degli onorari, possibilmente moderati e ridotti tramite scontistica o di offrire programmi gratuiti di assistenza (fino al 31 agosto 2020).
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