30 settembre 2016

Dimissioni Online: i Commercialisti non ci stanno

Le dichiarazioni dell’ANC: ridare dignità alla professione in materia di consulenza del lavoro

Autore: Redazione Fiscal Focus
I Commercialisti fuori dalle dimissioni online: è questo il senso di quanto previsto dal correttivo al Jobs Act. Infatti, il documento licenziato in via definitiva nella riunione della scorsa settimana ha messo in chiaro, con la modifica del comma 4 dell’articolo 26 del Decreto Legislativo n. 151 del 2015, che i soggetti abilitati alla trasmissione dei moduli di dimissioni online sono i Consulenti del Lavoro e le sedi territoriali dell'Ispettorato nazionale del lavoro ma non i Commercialisti.

Forti le reazioni, appunto, dei Commercialisti, tra i quali così si esprime il Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Marco Cuchel, secondo il quale “La modifica normativa approvata, che è in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, costituisce una nuova ingiustificata penalizzazione nei confronti dei commercialisti, l’ennesimo esempio di come le competenze della categoria in materia di consulenza del lavoro continuino a non avere il pieno e doveroso riconoscimento. È oltremodo avvilente dover essere sempre costretti a rivendicare una professionalità che è propria della categoria dei commercialisti, ed è grave che ad ignorare questo dato di fatto sia lo stesso Legislatore”.

La Legge istitutiva della professione di Consulente del lavoro, cioè la L. n. 12/1979, include infatti anche gli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, oltre che gli Avvocati, tra i soggetti abilitati a svolgere gli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti, quindi non risulta chiaro, per l’ANC per quale motivo non si tiene in considerazione anche la figura del Commercialista, quando essi sono a tutti gli effetti soggetti abilitati a svolgere la consulenza del lavoro. Questo non sarebbe altro che l’ultimo dei momenti in cui la professione di Commercialista è stata svilita dal Legislatore: ricorda il Presidente Cuchel, l’esclusione dei Commercialisti dalla conciliazione in materia di lavoro, il sistema di asseverazione conformità dei rapporti di lavoro (Asseco), la certificazione dei contratti. “È certamente importante - conclude Cuchel - rivendicare il rispetto delle prerogative professionali dei commercialisti e questo rappresenta e continuerà ad essere un preciso impegno dell’ANC, tuttavia, ciò non è sufficiente poiché è indispensabile che tutti gli organismi della categoria prendano coscienza dell’opportunità di coordinarsi ed attivarsi per cercare di monitorare, nelle sedi competenti, l’azione del Legislatore sulla materia della consulenza del lavoro, attraverso un’attenzione vigile nei confronti di ogni singolo provvedimento che investe la tematica, con l’obiettivo di agire per fare in modo che gli errori, quelli ogni volta ci troviamo a dover denunciare, non si ripetano.”. Per questa ragione, l’ANC ribadisce l’urgenza di un intervento del Governo che dovrà occuparsi di correggere il dispositivo normativo sul punto riguardante i soggetti autorizzati alla procedura delle dimissioni telematiche, la cui attuale impostazione è ritenuta da ANC palesemente in contrasto con quanto sancisce la Legge 12/1979.

Ma non è tutto: infatti la situazione, si è aggravata nella giornata di ieri, in quanto il Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti Marco Cuchel si è espresso anche con riferimento a quanto affermato in un intervento dal Coordinatore della Commissione Abusivismo del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Franco Sette, il quale ha sostenuto che la Legge 12/1979 “distingue tra chi è abilitato all’esercizio della professione di consulente del lavoro e chi è autorizzato solo ad alcune funzioni in materia di lavoro”. Secondo Cuchel infatti, sarebbe noto a tutti, che la Legge 12/1979 riconosce pienamente alla categoria dei Commercialisti – come pure agli avvocati – l’esercizio della consulenza del lavoro, senza alcun distinguo e/o limitazione rispetto agli iscritti all’ordine dei consulenti del lavoro. Sulla base di quanto specificato, Marco Cuchel si rivolge in una lettera al Presidente dell’Ordine Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Gerardo Longobardi, affinché proponga le dimissioni della Presidente dell’Ordine Nazionale dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone dalla carica di Presidente del Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali (CUP), in quanto ritiene che la carica sia incompatibile “per evidenti ragioni di conflitto d’interesse”.
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