La Cassa di previdenza dei Ragionieri commercialisti e degli Esperti contabili è in procinto di cambiare pelle. Rimbalza sugli organi di stampa la recente delibera del Consiglio di amministrazione della CNPR, e la correlata relazione illustrativa, con la quale è stata manifestata l’intenzione concreta di attuare alcune modifiche sostanziali allo Statuto oggi vigente. In sintesi gli esperti contabili iscritti nella sezione B dell’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili entrano formalmente nella platea degli iscritti all’Associazione, vengono ribaditi i principi di rappresentatività di genere e di categoria degli iscritti, vengono introdotte modifiche rilevanti al funzionamento degli organi di direzione e controllo.
Con riferimento alle modifiche sostanziali, tutte riferite alle regole di funzionamento dell’ente, la prima modifica riguarda il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione, dagli attuali undici a dodici componenti, oltre il Presidente. Visto l’ampliamento della platea degli iscritti, con l’ufficiale ingresso degli esperti contabili, l’intervento viene giustificato con la necessità di assicurare, nell’elezione dei componenti degli organi dell’ente, l’adeguata rappresentatività di tutte le categorie.
Di contro viene proposta l’eliminazione, fra i componenti del Consiglio di Amministrazione, del componente di nomina ministeriale. Se le modifiche verranno confermate il Consiglio di Amministrazione che verrà sarà composto complessivamente da tredici membri, ovvero dodici Consiglieri e il Presidente del Consiglio di Amministrazione. Con riferimento al presidente del Consiglio di Amministrazione la proposta di riforma mira a rendere tale figura indipendente dal consiglio. In tal senso si propone che il Presidente sia eletto, con voto segreto, al proprio interno dal Comitato dei Delegati (non più dal Consiglio di Amministrazione fra i propri componenti), tra i delegati dell’Associazione aventi almeno cinque anni di iscrizione all’ente.
Il Presidente così nominato dura in carica quattro anni ed è rieleggibile per sole due volte. In merito agli organi di controllo, infine, si propone di limitare la designazione dei membri del collegio sindacale ai soli Ministeri competenti nelle specifiche funzioni di vigilanza dell’ente. In tal senso, pertanto, si assicura tale facoltà di designazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, non più al Ministero della Giustizia. Diventata di dominio pubblico, elogi e critiche arrivano dal mondo della professione. Con un Comunicato Stampa il Sindacato Italiano Commercialisti e Unagrago riconoscono lo sforzo profuso per eliminare il “sovrabbondante potere di controllo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”, come il cambio di denominazione e l’affermazione dei principi di parità di genere, ma contestano l’allargamento del Consiglio di Amministrazione, ritenuto “anacronistico”
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