17 aprile 2025

Rendite finanziarie, Leo: necessaria la tassazione al 20% anche per le Casse

Autore: Martina Giampà
Un lungo applauso ha accolto le parole del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, durante un evento alla Borsa di Milano organizzato dalla Cassa dei commercialisti.

Al centro del suo intervento, la proposta di ridurre dal 26% al 20% l’aliquota fiscale sui rendimenti degli investimenti delle Casse di previdenza, per uniformarla a quella applicata ai fondi pensione. Una misura che rientra nel più ampio disegno della riforma fiscale, con l’obiettivo di incentivare investimenti produttivi e semplificare il sistema tributario. A ricordare bene, lo aveva già detto nel 2023.

Leo, riconfermata l’intenzione di riallineare la tassazione al 20% anche per le Casse

Durante l’evento organizzato da Cassa Dottori Commercialisti a Milano, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha parlato delle tasse sugli investimenti fatti dalle Casse di previdenza (si parla di tutti quegli enti che gestiscono soldi per le pensioni di alcune categorie professionali, come i commercialisti).

Attualmente, gli investimenti delle Casse di previdenza pagano il 26% di tasse sui guadagni mentre i fondi pensione normali pagano solo il 20%. L’obiettivo del Governo è quello di abbassare al 20% anche la tassa per le Casse di previdenza, così da poterle trattare allo stesso modo dei fondi pensione.

L’idea principale è quella di incoraggiare più investimenti utili per il Paese e Leo dice che questo è un pezzo importante della riforma fiscale in corso.

Altri punti della riforma fiscale ricordati dal Viceministro:
  1. unificare le regole fiscali per i redditi da capitale (come interessi, dividendi, ecc.) e altri tipi di redditi simili;
  2. tornare a tassare solo i guadagni realizzati, cioè quando si incassa davvero, e non quelli solo maturati;
  3. unificare le regole per i fondi immobiliari (che investono in case, palazzi, ecc.) e quelli mobiliari (che investono in azioni, obbligazioni, ecc.).
In pratica: il Governo vuole semplificare e rendere più equo il sistema fiscale, soprattutto per chi investe e per gli enti pensionistici professionali.

L’intervento è stato sostenuto anche dal presidente dell’INPS Gabriele Fava che ha rafforzato il messaggio sulla necessità di riforme strutturali per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Fava ha evidenziato le preoccupazioni legate al calo della natalità e all’invecchiamento della popolazione, sottolineando come il vero "driver" per assicurare il futuro del Paese sia l’aumento del tasso occupazionale. Per raggiungere questo obiettivo, ha dichiarato, è fondamentale stringere un nuovo patto tra Stato e tessuto produttivo, capace di incentivare l’occupazione e sostenere il sistema pensionistico nel lungo periodo.

Cosa aveva detto Leo nel 2023

A pensarci bene, quanto detto da Leo non è nuovo. In realtà, è un tema già affrontato e sono parole già sentite.

Nel 2023, era stato annunciato che lo Stato avrebbe abbassato le tasse sui guadagni (i rendimenti) che le Casse di previdenza (cioè gli enti che gestiscono la pensione dei professionisti, come medici, avvocati, ingegneri, commercialisti, ecc.) ottengono dai loro investimenti.

Questa riduzione faceva parte di una riforma più grande del sistema tributario che nel 2023 era ancora in fase di discussione alla Camera dei Deputati.

Com’è oggi la tassazione delle rendite finanziarie

Attualmente, i guadagni finanziari delle Casse di previdenza (cioè gli enti che gestiscono le pensioni dei professionisti) sono tassati al 26%, come stabilito dal dl 66/2014. Tuttavia, viene riconosciuto un credito d’imposta, cioè uno sconto sulle tasse da pagare, pari alla differenza tra quanto si paga con l’aliquota del 26% e quanto si sarebbe pagato con l’aliquota del 20% (L. 190/2014).

Per i fondi pensione (quelli che gestiscono le pensioni dei lavoratori dipendenti), invece, è previsto un credito d’imposta fisso del 9% sul guadagno netto annuale, ma solo se questo guadagno, che viene tassato al 20%, viene poi reinvestito in strumenti finanziari a medio o lungo termine.
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