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BUON NATALE agli ultimi che saranno i primi

Cari amici,
mi sono imposto di non parlare di Fisco almeno in questo periodo dell’anno, ma non volevo perdere l’occasione di esprimervi alcune personali considerazioni.

L’avventura del quotidiano è iniziata nel 2011 e dopo la nascita ci avevano dato solo sei mesi di vita. Forse proprio perché le sfide mi piacciono, il quotidiano è sopravvissuto a quei sei mesi ed è andato oltre. Gli ostacoli che sembrano impossibili mi spingono a tentare, perché sono convinto che nella maggior parte dei casi il vero limite siamo noi stessi. Pertanto, all’origine di tutta questa storia, mi sono detto che risultava quanto mai necessario dare una voce alla categoria, immersa da fin troppo tempo in un silenzio imbarazzante.

A questo punto non so dirvi con certezza se l’obiettivo è stato centrato. L’unica cosa palese è che abbiamo rotto il silenzio forse anche sbagliando ma, come sosteneva Maradona, solo chi ha il coraggio di tirare un rigore può correre il rischio di sbagliarlo. E io questo rigore l’ho calciato tutti i giorni! Di sbagli, come dicevo, ne ho fatti, eppure mai mi sono sognato di nascondermi sottoterra come gli struzzi. Nel bene o nel male mi sono sempre fatto carico delle mie responsabilità!

Detto questo, non posso che considerarmi soddisfatto. Tirando le somme emerge una sempre più positiva accoglienza da parte dei colleghi! Sapeste che gioia andare in giro e sentirsi incoraggiati da persone che non si conoscono, ma che in fondo ti seguono tutti i giorni. Continua a scrivere, mi dicono questi cari colleghi, prima o poi ci ascolteranno! La mia speranza è che un giorno possa arrivare davvero il momento dell’ascolto.

E ora permettetemi di dedicare questa mia riflessione ai colleghi che vivono nei propri studi per dodici o quindici ore al giorno, a quelli che non hanno ereditato grossi studi con consulenze milionarie. Mi rivolgo a tutti quei commercialisti che, come me, sono andati avanti cliente dopo cliente costruendo veri e propri rapporti personali, oltreché una carriera venuta su dal nulla. Per noi non si tratta solo erogare consulenze! A questi colleghi io mi sento più vicino che ad altri, una vicinanza giustificata e alimentata sicuramente anche dalle mie umili origini.
Così mi rivolgo a quei colleghi genuini che, nonostante le difficoltà, arrivano a fine mese potendosi ancora guardare allo specchio e sapendo d’aver svolto in maniera onesta e professionale la propria attività.

E vorrei lasciare un pensiero anche a quelle colleghe che, oltre al carico professionale, devono fronteggiare anche il peso di una famiglia, con figli e marito a cui badare.

Per costoro auspico tutto il bene possibile. Loro fanno parte della vera Italia che lavora e si sacrifica senza ricevere in cambio applausi o allori. Questa è gente che ogni mattina la si può trovare in ufficio, sabati, domeniche e festivi compresi.

Con tutta probabilità discendiamo da qualche ordine religioso dedito al lavoro con devozione e pazienza! Non può esservi altra spiegazione! So per certo che non ci gettiamo a capofitto nel lavoro per soldi, poiché se solo questo ci animasse avremmo già cambiato attività. Se nonostante tutti i problemi e le responsabilità che ci accolliamo giornalmente siamo ancora qui senza avere un ritorno economico proporzionato ai sacrifici, credo che come minimo dovremmo essere insigniti dell’onorificenza di Cavalieri del Lavoro.

Ebbene, cari colleghi vorrei tanto abbracciarvi tutti! Queste parole fungano quindi da abbraccio e da rassicurazione circa la mia costante presenza al vostro fianco!
A tutti voi voglio augurare un sereno Natale, lasciando un sincero e affettuoso auspicio che questi giorni di festa possano trascorrere in piena gioia!

Buon Natale!
Antonio Gigliotti
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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