3 aprile 2013

CI MANCAVANO LORO...

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, neanche il momento pasquale e l’avvento del nuovo papa hanno portato serenità ai vertici (e agli aspiranti tali) della nostra categoria. Così mentre il Paese è stato affidato dal Presidente della Repubblica alle assemblee dei ‘saggi’, a noialtri tocca assistere all’avanzata dei ricorsi e al contestuale smantellamento del Consiglio nazionale. Scenario di annichilimento totale che potrebbe ben presto presentarsi se nessuno si prenderà la briga di adottare misure efficaci e risolutive. Se continuiamo ad aspettare che la salvezza ci venga imposta, allora saremo destinati a sparire.

Ulteriore motivo di allerta sono le nuove Linee programmatiche per i controlli emanate, come di consueto, dal Comando generale della Guardia di Finanza per i diversi reparti dislocati sulla Penisola. Il documento prevede un capitolo speciale per i professionisti e per gli accertamenti a loro carico. Si sottolinea infatti che le categorie maggiormente coinvolte nelle operazioni delle Fiamme Gialle saranno proprio i professionisti nei confronti dei quali si seguiranno due direzioni. Innanzitutto, finiranno sotto la lente d’ingrandimento della polizia tributaria i comportamenti adottati da commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, architetti e altre categorie ordinistiche. In secondo luogo, saranno svolti accertamenti più approfonditi sulle prestazioni professionali svolte da alcune categorie a favore di clienti ai quali si consigliano o si tracciano vie fiscali poco fedeli alla linea prevista dal Fisco e dalle norme vigenti. In sostanza, i professionisti saranno i grandi protagonisti della lotta all’evasione fiscale dell’anno 2013, con i commercialisti in prima fila.

Ora, ben venga che si effettuino verifiche volte a smascherare atteggiamenti fiscalmente irregolari, ma non possiamo però chiudere gli occhi sul fatto che i maggiori accertamenti riguarderanno senz’ombra di dubbio anche gli aspetti collegati al rispetto della normativa sull’antiriciclaggio. Si tratta effettivamente di un punto debole per il quale, nel passato, non abbiamo saputo (o potuto) rispondere adeguatamente alle richieste del Fisco, soprattutto perché erano stati introdotti degli obblighi il cui adempimento appariva abbastanza complicato. L’Amministrazione Finanziaria dimenticava infatti che non stava interloquendo con le banche, che hanno disponibilità e strutture tali da consentire il rispetto di una simile normativa, bensì con degli studi (spesso medio-piccoli) che non sono stati messi nelle concrete condizioni di svolgere il compito così come richiesto. Purtroppo nessun nostro rappresentante è stato capace, da allora, di far capire la situazione dei commercialisti. Ma, lo ripeto da mesi, come si può pretendere di tutelare una categoria professionale quando non se ne conoscono le basi della sua stessa sopravvivenza?

Ecco, quindi, un altro motivo che va ad avvalorare l’urgenza di ripristinare una GOVERNANCE attiva, condivisa e capace di difenderci e guidarci. Il contesto economico, in aggiunta all’annunciata ondata di controlli fiscali, fa sì che il periodo che ci accingiamo ad attraversare si possa presentare come particolarmente ostico per noi, non saremo quindi in grado di sopravvivere senza personalità valide che prendano in mano le redini della categoria. Un Consiglio nazionale non può certamente impedire i controlli della polizia tributaria, però potrebbe illustrare i problemi concreti che viviamo nei nostri studi e concertare con il Fisco delle modalità che non invadano il nostro operato, ma ne comprendano le peculiarità. Se così avesse fatto anche la nostra governance nel passato, ad esempio nel caso dell’antiriciclaggio, è probabile che oggi non ci troveremmo tanto esposti al rischio di CONTROLLI con l'applicazione di sanzioni molto severe e pesanti dal punto di vista economico.

A questo punto l’ultima speranza è che il mio accorato appello di un'assemblea dei presidenti possa essere accolto per ridare la parola agli Ordini, gli unici deputati a decidere le sorti della categoria.

Non abbiamo più tempo... Rendiamoci conto che si rischia la chiusura degli studi... Fra un anno, se continuiamo così, saremo tutti costretti a cambiare attività!

Cos'altro deve accadere affinché si comprenda la drammaticità della situazione?

Come si può conoscere sé stessi?”, si chiedeva Johann Wolfgang Goethe. “Non mai attraverso la contemplazione”, rispondeva, “bensì attraverso l'agire”. Ecco, l’agire presto, senza esitazione, è l’unico modo per dimostrare di conoscere a fondo le nostre difficoltà di professionisti privati di guide e tutele, ricordando anche che dopo la disfatta nulla avrebbe più senso. “Una volta che i buoi son scappati, non serve chiudere il recinto”.
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