2 gennaio 2013

E’ IL “NUOVO” QUEL CHE AVANZA?

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, le feste son quasi finite e si ritorna alla quotidianità, quindi ai problemi che ci affliggono oramai da diversi mesi. Alle spalle abbiamo delle festività economicamente pesanti. Gli italiani, strangolati dalle tasse, non hanno neppure fatto in tempo a vedere la tredicesima, finita ancor prima di arrivare.

Elementi, questi, per nulla incoraggianti, soprattutto se sommati ai recenti movimenti sul fronte della politica nazionale, dove i diversi schieramenti stanno affilando spade e coltelli per le prossime competizioni elettorali.

Su tale argomento vorrei soffermarmi per fare il punto sullo scenario attuale e che può, quindi, mutare il futuro prossimo. Leggendo i giornali sono stato colpito da alcune dichiarazioni degli aspiranti statisti che per ora svolgono solo il ruolo di stampelle del professor Monti. Nello specifico, uno di questi, personalità di spicco del nostro vecchio Consiglio Nazionale (quindi, ahimè, un altro tecnico!), criticava Silvio Berlusconi per non aver adottato le misure sulle quali invece si è soffermato il professore con il loden. Lo stesso difendeva il Professor Monti biasimando il leader del PDL in merito alla proposta di quest’ultimo, di istituire una commissione parlamentare per chiarire le cause del fallimento del proprio governo.

Ora, pur comprendo che la campagna elettorale è già iniziata, quindi chi ha più colpi in canna li spara senza remore, ritengo che (noi) in qualità di (veri) tecnici siamo chiamati a distinguerci, lasciando le “cannonate” ai politicanti di professione.

A tal proposito, ritengo sia necessario non tacere sui temi inerenti il comparto fiscale (a noi tanto caro) ed i profili istituzionali.

Mario Monti ha dichiarato di voler mettere un freno alla pressione fiscale, facendola retrocedere almeno di un punto.

Purtroppo però questa contrazione legata alla riduzione dell’aliquota IRPEF sui redditi più bassi, il governo l’aveva già inserita nella legge di stabilità. In quell’occasione però si era scoperto che per finanziare la norma taglia-Irpef si erano tagliate detrazioni e deduzioni fiscali, quindi per i contribuenti il danno sarebbe stato maggiore del vantaggio. Fortunatamente i parlamentari fecero saltare con diversi emendamenti quell’assurdità.

Inoltre, Monti non ha illustrato in che modo riuscirà a raggiungere il nuovo obiettivo della riduzione della pressione fiscale. Fra l’altro non è chiaro perché nei documenti ufficiali resi noti prima della “salita” in campo era previsto un aumento della stessa dal 44,7 al 45,3% nel 2013. Verrebbe da pensare che il professore che parlava qualche settimana fa fosse quello delle riforme “lacrime e sangue”, mentre quello che diffonde ora accorate dichiarazioni sia un nuovo politicante alle prese con vaghe promesse prive di alcuna certezza pratica. È pur vero che il professore potrebbe trovare una giustificazione nel fatto che finora tutti si sono comportati così, con simili strategie e mediocri mezzucci. E si è calato così bene nella parte che ora utilizza anche gli apparati istituzionali a mo’ di scenografia per i propri personali comizi elettorali. Dimostrazione ne è che tali promesse sono state scritte sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ancora una volta nel nostro Paese è stato confuso il ruolo istituzionale con quello del tutto personale dipendente da aspirazioni politiche. Perciò chiedo (soprattutto ai moralizzatori aspiranti politici) se sia giusto tutto questo. Non credo che lo sia. Non è neanche etico. E per il professore non possono esserci eccezioni.

Il contenuto della sua “analisi” diffusa, contrasta poi, nettamente con i fatti reali. Il Prof. Monti dimentica forse che proprio grazie alle sue riforme il 2013 sarà l’anno dell’aumento delle imposte con l’aggiunta di nuove tasse. Infatti, se da un lato arriverà una raffica di aumenti di gas, autostrade, acqua, francobolli, multe, RC auto, dall’altro si stanno già facendo strada le nuove tasse, quali Tares, Tobin Tax e IVIE.

E per concludere, un’ultima riflessione… sul NUOVO. Si vuole la novità nel campo politico, poi però si aprono le porte ai volti di sempre… Evviva il nuovo, quindi!

Il mio auspicio per l’anno appena iniziato, infine, è che non ci si prenda ancora beffe della nostra intelligenza, sia come professionisti che come cittadini. Capisco e non accetto i vecchi politici, ma trovo davvero insopportabile dovermi confrontare con un sedicente nuovo che già sa di vecchio!
"È la capacità di innovare che distingue un leader da un epigono", diceva Steve Jobs. E io, nella politica italiana, ancora non ho visto alcuna innovazione.
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