19 giugno 2012

E NOI? … ERAVAMO AL MARE?

A cura di Antonio Gigliotti

Venerdì 15 giugno alle ore 10.30, presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio si è tenuta la “Giornata della Giustizia Tributaria”. A fare gli onori di casa il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini; ospiti d’eccezione: Paola Severino Di Benedetto, ministro della Giustizia; Vieri Ceriani, sottosegretario per l'Economia e le Finanze; Ernesto Lupo, primo presidente della Corte di Cassazione; Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti; Giorgio Giovannini, presidente aggiunto del Consiglio di Stato.
Invitati a relazionare: Daniela Gobbi, presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria; Mario Adamo, presidente Quinta Sezione della Corte di Cassazione; Claudio Consolo dell'Università di Padova; Vincenzo Russo, Ordinario di Scienze delle Finanze all'Università la Sapienza; Adriano Di Pietro dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna; Nicola Bianchi del Consiglio Nazionale Forense; Ennio Attilio Sepe, presidente Associazione Magistrati Tributari; Vincenzo Busa, direttore centrale Agenzia delle Entrate; Roberto Lunelli, vicepresidente Associazione Nazionale Tributaristi Italiani; Patrizio Tumietto, presidente Unione Nazionale Camera Avvocati Tributaristi. Presente anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
A ben vedere, si tratta di uno scenario abbastanza chiaro per il quale non sarebbe necessario nessun ulteriore commento. In questa bella foto di gruppo nella quale, chi più, chi meno, ha dato il proprio contributo, un’assenza sconfortante (e per certi versi incomprensibile) non può che attirare l’attenzione. Non ci sono commercialisti al tavolo dei relatori.
Mi sembra (se non ho vuoti di memoria, considerato il caldo tropicale di questi giorni…) che nella nostra attività rientra anche il contenzioso tributario, o sbaglio?

Un appuntamento del genere interessava direttamente anche noi, eppure non siamo stati invitati a relazionare su alcunché.

Un’umiliazione per la Categoria che non è stata rappresentata in un contesto così prestigioso e così specifico per la professione. C’era addirittura un’associazione di tributaristi a essere rappresentata. I commercialisti tutti a casa, esclusi dal dibattito istituzionale. Anzi, a pensarci meglio, non è vero che si è fatto a meno della nostra presenza. Noi c’eravamo e stavamo indossando quel ruolo che ormai da mesi pare ci abbiano cucito addosso: noi eravamo spettatori. O meglio, lo era il nostro presidente, seduto tra il pubblico.

E’ assurdo. Ma in fondo non ci stupiamo perché ancora una volta emerge la consapevolezza in merito alla considerazione che si ha di noi nel contesto sociale ed economico del Paese, all’interno del quale non ci viene riconosciuta alcuna specifica competenza neanche nell’ambito del contenzioso tributario.

Del resto, su queste pagine è da qualche tempo che invochiamo un cambio di rotta della nostra governance, che se necessario avrebbe dovuto anche sbattere i pugni per far capire che siamo dei tecnici preparati (molto più di altri attualmente in azione) e consentirci di passare da semplici spettatori passivi a protagonisti.
Abbiamo assistito di recente, in occasione dell’Assemblea Nazionale tenutasi a Roma, al trionfo dell’ipocrisia generale, dove vi era anche, tra gli ospiti, chi prometteva una maggiore considerazione della Categoria appena sarebbe ritornato al Governo, dimenticando che fino a novembre, lo stesso, era ministro dell’esecutivo all’epoca in carica.

Del resto anche il decreto Sviluppo di questi giorni manifesta carenze sia in ambito fiscale che delle professioni.

Ritengo che anche in quest’ultima occasione avremmo potuto dare il nostro valido e qualificato apporto, che a quanto mi risulta ancora una volta non è stato richiesto. O se lo è stato, evidentemente è rimasto inascoltato.

Dobbiamo prendere atto che fino a quando continueremo ad adottare questa linea “morbida” e del “volemose bene”, continueremo ad assistere passivamente al degrado della Categoria.
Non so a cos’altro dobbiamo assistere, certo oramai si è superato ogni limite e penso che meritiamo un rispetto diverso che forse dovremmo anche pretendere. Ma se non l’abbiamo ancora ottenuto probabilmente è giunto il momento di trarre le dovute considerazioni per il bene e l’immagine dell’intera Categoria.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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