26 agosto 2015

FISCO: FORTE CON I DEBOLI e DEBOLE CON I FORTI

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

eccoci al rientro dalle ferie, un po’ più abbronzati ma nient’affatto rilassati, anzi sempre più neri non solo per via del sole, quanto anche a causa delle puntuali incongruenze generate da una pessima gestione della cosa pubblica.

Quest’oggi, mettendo per un attimo da parte le promesse di riduzione delle tasse (che tutti ci auspichiamo non siano solo promesse elettorali), in merito all’abolizione dell’Imu e della Tasi per tutti dal prossimo anno, vorrei soffermarmi su gli altrettanto allucinanti dati diffusi nei giorni scorsi dal Centro studi di Unimpresa che dicono molto sull’attenzione che l’Amministrazione Finanziaria presta all’imprenditoria italiana e alle difficoltà di crescita.

I numeri parlano chiaro: i controlli fiscali conoscono una sola direzione! Ahimè, quella delle micro e piccole imprese! Dunque, stando a queste elaborazioni, nel 2014 più del 90% dei controlli dell’Agenzia delle Entrate ha riguardato partite Iva e micro e piccole imprese, laddove solo l’8% le imprese di medie dimensioni e un risicato 1,7% quelle grandi.

Come sapevamo ormai da anni senza averne tangibile certezza, i denti aguzzi di un Fisco cieco e sordo si avventano sui pesci più piccoli, allentando la morsa su quelli più grandi. E pensare che è questo il contesto nel quale il nostro governo vorrebbe promuovere la crescita!!

La scelta a senso unico per la quale le Entrate hanno optato nel corso dell’anno passato non risulta neanche giustificata dai loro stessi riscontri, in quanto su 47 evasori scovati, ben 31 erano grandi gruppi industriali che avrebbero sottratto all’erario quasi 26 milioni di euro ciascuno. Bei numeri! Anzi, andando più nello specifico, sempre alla luce delle originarie elaborazioni prodotte dall’Agenzia, il Centro Studi di Unimpresa ha messo in evidenza che “sono stati individuati 48.936 soggetti che non avrebbero versato nelle casse dello Stato fino a 1.549 euro ciascuno; altri 70.083 soggetti avrebbero sottratto all’erario fino a 25.823 euro ciascuno; altri 44.163 soggetti avrebbero illegalmente trattenuto imposte fino a 185.925 euro ciascuno; altri 13.606 soggetti fino a 5,1 milioni ciascuno; altri 495 soggetti fino a 25,8 milioni ciascuno e 47 soggetti, per lo più grandi industrie (31 su 47), oltre 25,8 milioni ciascuno”.

E sottolineerei ‘per lo più grandi industrie’!!! Non piccole partite Iva che stentano ad arrivare alla fine del mese!!

Io temo – un timore che purtroppo mi porto dietro da anni – che le alte sfere di questo martoriato Paese provino gusto a prenderci per i fondelli! Non v’è altra spiegazione logica! Da nord a sud, da est a ovest, le imprese della micro e piccola filiera arrancano sulla via della ripresa, e loro che fanno? Catapultano su queste esili realtà imprenditoriali valanghe di accertamenti, in proporzione molto più complessi e insistenti rispetto a quelli destinati ai grandi gruppi che poi sono quelli che evadono davvero!!!

Ma si rendono conto che siamo al limite della sopportazione? Come cittadini, come contribuenti e, nel nostro caso, come professionisti, come popolo delle partite Iva sempre vessato e mai tutelato, non ce la facciamo più. Respiriamo a stento!

Qualche anno fa, Romano Battaglia scrisse, con mira fine e puntuale, che troppe sono le voci che “si levano a pontificare nel mondo della politica. Troppi sapienti, arroganti, opportunisti e falsi. Occorrerebbero uomini intelligenti, onesti, chiari nel parlare, difensori delle classi più umili. Alieni da ogni compromesso, capaci di affrontare l'incerto per un ideale”.

Ma dove sono questi uomini capaci?
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