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“I tecnici non sanno cos’è un uomo”

A cura di Antonio Gigliotti

Cosa c’entra un tecnico con la politica? Ebbene, giusto un anno fa non avremmo saputo cosa rispondere. Com’è in effetti accaduto, tutti abbiamo pensato che, vista la triste congiuntura economica e sociale, la squadra Monti avrebbe potuto sanare i malanni del Sistema Italia. A ben vedere, chi è un tecnico? È un individuo estremamente preparato in materie giurislavoristiche, nel campo degli studi di giurisprudenza o di economia, ma a conti fatti, quali apporti può dare a un Paese nel momento in cui gli si concede il potere esecutivo? Questa medesima domanda se la poneva lo storico direttore de “La Voce” Giuseppe Prezzolini, nel 1914, allorquando a governo della città di Firenze vennero posti quattro tecnici, con buona pace di tutte le forze politiche che avevano evidentemente raggiunto l’assopimento dei sensi.

In un certo senso, è quel che è accaduto all’Italia. I partiti hanno riposto nelle mani del team bocconiano l’autorità governativa, per poi concedersi un meritato (??) anno sabbatico e rifocillarsi dai gravanti oneri che nel corso delle legislature precedenti hanno dovuto sopportare.

“Tutte, in generale, prese personalmente, brave persone”, scriveva Prezzolini. Una brava persona sarà pure il ministro del welfare, Elsa Fornero, che preferisce non esprimersi innanzi alla stampa italiana, per timore d’esser fraintesa, salvo poi permettersi di lanciare velate (mica tanto) offese ai giovani italiani che di qualsiasi lavoro si accontenterebbero (trovandolo!), in attesa di una maggiore realizzazione professionale. Lo ha dimostrato con quelle sue tanto famigerate lacrime che è una persona di cuore (!), in grado d’affliggersi per i tagli alle pensioni per evitare i quali non ha proprio potuto far nulla. E brave persone sono gli altri ministri, da Grilli a Passera, passando per Severino e Cancellieri. Dal novembre dello scorso anno si sono rimboccati le maniche per farci uscire dalla crisi, arginando il pericolo recessione, mettendo in campo tutta la bontà, la professionalità e il tecnicismo che avevano a disposizione. Brave persone, davvero! Peccato che “tutti insieme” siano “l’assoluta nullità”. Tutti questi buoni propositi declamati dalla squadra di Monti si sono concentrati su provvedimenti, norme e disposizioni che poco incentivano la crescita economica e l’equità sociale nel nostro Paese. Nulla di fatto, senza neanche un “ritenta, sarai più fortunato” a mo’ di consolazione.
Non sono parole campate in aria, queste. A dimostrarlo ci sono i fatti, e ne cito solo alcuni, che ci toccano come categoria.

Prendiamo ad esempio le conseguenze negative che le imprese stanno avendo a seguito del nuovo obbligo per il sub-appaltatore o appaltatore di certificare al proprio committente il corretto versamento delle ritenute e dell’Iva afferente all’appalto o al sub-appalto, pena il mancato pagamento dei corrispettivi. Nato come incentivo alla crescita, il decreto si è rivelato quale ostacolo per le imprese, contribuendo (e non ne avevamo certo bisogno in questo momento) a rendere più difficile la riscossione dei crediti vantati nei confronti delle imprese committenti. In definitiva, proprio quando il Paese necessitava di uno snellimento burocratico, gli adempimenti a carico delle imprese sono stati aggravati e aumentati. Paradossale!

A ciò si aggiunge il capitolo Iva per cassa. Alzi la mano chi crede che un siffatto sistema, così come modificato, possa sul serio aiutare l’impresa. O se lo stesso possa addirittura essere consigliato da noi professionisti. Fra le altre cose poi non comprendo, la scelta della decorrenza del nuovo sistema dal 1° dicembre (scelta da veri scienziati). Ovvio che queste norme fiscali sono state redatte senza interpellare la nostra categoria (come al solito potremmo dire) o, qualora ciò fosse avvenuto, chi doveva segnalare tali incongruenza s’era “momentaneamente” distratto. Anche per noi professionisti le cose si complicano, in quanto nel caso stessimo seguendo una piccola azienda, dovremmo essere informati quasi simultaneamente dell’avvenuto pagamento delle fatture di acquisto o di incasso delle fatture emesse. Ma dove viviamo? Sappiamo, almeno, di cosa stiamo parlando? Chi di noi ha questi piccoli clienti che riescono a dare tali informazioni in tempo quasi reale? Informazioni indispensabili per gestire l’Iva per Cassa, per come modificata. Allora è evidente ancora una volta che se non riaffermiamo la nostra presenza con persone e colleghi “operativi”, consapevoli delle materie trattate perché hanno lavorato sul campo, non possiamo pretendere che dei “tecnici” o dei politici (“incapaci” in entrambi i casi) possano portare avanti delle problematiche e trovare soluzioni reali. Finora solo tanto fumo e niente di concreto.

Ciò detto, appare ben chiaro come sia opportuno dare una forte virata a questa nave ancora in alto mare che è l’Italia. Un giro di boa che possa davvero portarci verso acque meno agitate e possa poi riflettersi in maniera naturale anche sui casi specifici, come ad esempio l’impasse della nostra categoria. Non mi meraviglia, infatti, che stiamo assistendo a cotanta instabilità interna quando fuori, sul fronte nazionale, lo scompiglio è la regola.

“Il miglior modo di collaborare alla civiltà umana è quello di portarvi intatta la propria libertà e la propria natura”, affermava Giuseppe Prezzolini. Alla luce di ciò, come ci poniamo innanzi a tutti questi tecnicismi esposti? Vogliamo collaborare o lasciare che un governo privo di legami idealistici continui a neutralizzare la nostra natura e la nostra libertà?
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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