Caro Presidente
mi rivolgo a te quale massimo rappresentante della categoria. Lo faccio pubblicamente, con l’intenzione di parlare non solo a te, bensì, per tramite tuo, a tutti i colleghi.
Come certamente saprai in questi giorni è nato, con il mio apporto e quello di altri colleghi, un gruppo di lavoro, una coesione di intenti. Per dirla in una parola, un movimento, intenso come coesione di persone, anche diverse, che vanno in una direzione comune.
AltaVoce non ha suscitato particolari simpatie in taluni colleghi, ma ciò che mi spiace non è tanto la libera scelta (ci mancherebbe!) di non aderire, bensì la critica che alcuni hanno mosso, rimproverandomi di farmi portavoce anche degli “abusivi”, o di voler confondere prerogative ed ordini professionali, svilendo così la categoria.
Ebbene, voglio essere sincero, ancora non mi capacito di queste critiche, perché faccio davvero fatica a comprenderle. Ma visto che mi si imputa una mancanza di rispetto verso l’Ordine cui mi onoro di appartenere, del quale Tu sei Presidente del Consiglio Nazionale, ritengo doveroso chiarire una volta per tutte i termini della questione.
Il movimento non nasce in antitesi all’Ordine, e non ha nulla a che fare con le prerogative precipue dell’Ordine stesso, prima fra tutti la tutela dell’onorabilità della professione.
Il movimento altresì non è un sindacato di categoria. Le sigle sindacali già esistono e sono numerose, non c’è certamente bisogno alcuno di fondarne un altro.
Il movimento nasce come idea di aggregazione, alla base della quale esiste una semplice considerazione. Anche con il massimo dell’impegno credo che nessun sindacato, e nemmeno l’Ordine, possa da solo avere un peso consistente nei confronti dell’unico “nemico” comune che tutti noi abbiamo: un sistema tributario impazzito. E questo non certo per mancanza di qualità di azione, ma per una considerazione molto semplice: siamo pochi. O meglio, siamo tanti, ma nel panorama complessivo dei soggetti che, come noi, devono combattere questa estenuante battaglia contro l’amministrazione finanziaria, che tutto fa tranne che semplificare, siamo comunque pochi.
Il movimento nasce da una constatazione: non siamo gli unici a doverci rapportare con questo sistema. Come noi i Consulenti del Lavoro, e come noi, inutile negarlo, tutti coloro che debbono affrontare il sistema fiscale, dal più grande professionista alla segretaria di azienda o di studio. E tutti, ma proprio tutti, abbiamo qualcosa di utile da dire. Idee da apportare, questioni da affrontare, tanto più ampie quanto più ampia è la base che fornisce le proprie esperienze.
La Professione (quella con la P maiuscola) ha già diversi soggetti deputati a rappresentarla e difenderla, in primis il Consiglio Nazionale. E’ non è certo “contro” il CN che AltaVoce si sta muovendo, semmai proprio l’opposto, sperando di poter fare qualcosa di concreto, un qualcosa che magari in qualche occasione veda il CN sulle stesse posizioni. Il movimento altro non vuole essere che un collettore di necessità e di proposte di soluzioni, un modo per dare voce ad una base spesso lontana dalle grandi consulenze. Non c’è nulla di male, io credo, a prendere atto che anche all’interno dei Commercialisti esistono skill diversi. Volendo fare un esempio banale ma spero efficacie, anche il dentista e l’oculista sono entrambi medici, ma certamente fanno cose diverse.
AltaVoce non è legata agli Ordini, e non perché non li rispetti o li ritenga inutili, bensì perché è una cosa completamente diversa, certamente non in antitesi. Non a caso accoglie (e punta molto) anche sulle aziende di qualsiasi tipo, così come su altre categorie professionali, così come sui collaboratori di studio.
Tutti soggetti che evidentemente non hanno nulla a che fare con l’Ordine e la professione del Commercialista, e va bene così. Ogni iscritto ai diversi Ordini si riconosce nel proprio riferimento, e questo è e resterà tale, senza nulla togliere all’opportunità di collaborare con soggetti diversi per il raggiungimento di un fine comune.
Questo è quanto ripeto da giorni, e che continuerò a ripetere, perché è la pura e semplice verità, nulla di più, nulla di meno. Il movimento non è oggi e non sarà mai un problema o un pericolo per il Consiglio Nazionale né per le sigle sindacali, bensì un contenitore di idee, un mezzo più rapido per comunicare con la base e con un’ampia platea di interlocutori.
Non perdiamo forze e tempo a inventarci guerre che non ci riguardano, avanti, ognuno con le proprie capacità e con le proprie prerogative, in un’ottica di collaborazione.
Antonio Gigliotti