12 giugno 2012

NON CI RESTA CHE SAN GENNARO

A cura di Antonio Gigliotti

Giugno, l’estate alle porte. C’è voglia di sole e abbronzatura, si approfitta del weekend per andare al mare e rilassarsi. Questo è quel che di solito dovrebbe accadere in questo periodo. Ma la crisi non concede grandi spazi al riposo, i ristoranti sono vuoti e le località turistiche soffrono a causa dei vacanzieri “al ribasso”, mordi e fuggi.
Per una categoria in particolare, poi, l’estate si è ormai trasformata in un vero incubo. Da più di un decennio questo periodo dell’anno rappresenta il punto massimo di lavoro per i commercialisti. E’ un semplice ricordo la data del 31 maggio entro la quale si finivano le dichiarazioni dei redditi.

Tutto questo è frutto: di un legislatore impazzito che introduce delle regole senza dedicare alcun pensiero alla loro attuazione effettiva; di un’Amministrazione Finanziaria sempre più vorace e di una governance sempre meno attenta ai problemi reali della base e distratta invece sui grandi temi che poco interessano i commercialisti comuni mortali.

In questi giorni gli studi sono letteralmente invasi dalle “lettere” del Fisco, inerenti il “redditometro”, gli “studi di settore” e il controllo degli oneri deducibili e detraibili. Tutte comunicazioni che il contribuente porta sulla scrivania del professionista e che inevitabilmente devono essere verificate e controllate, con dispendio di energia e risorse, peraltro già allo stremo delle forze.
Ma non è finita qui, poiché il clima è reso ancora più caldo dal caos IMU, ennesima tegola che è caduta in testa alla Categoria e che in questi giorni sta affrontando con grandi difficoltà. La tassa in questione avrebbe dovuto sostituire semplicemente l’ICI, ma in realtà si è rivelata, a dispetto di quanto dichiarato da qualcuno lassù in alto, piena di complicazioni.

E ancora, come se tutto ciò non bastasse, proprio in questi giorni gli studi stanno per essere visitati dalle Fiamme Gialle in merito al rispetto degli adempimenti antiriciclaggio.
Accanto a tutto ciò, poi si dovrebbero anche fare le dichiarazioni dei redditi e magari gli studi di settore, tuttora inesistenti.
Serve ancora dell’altro per far capire che così non si può più andare avanti? A chi dobbiamo rivolgerci per pretendere un minimo di rispetto? Avremo anche noi diritto ad un periodo di “tregua fiscale”, magari nella stagione estiva?

Ci si rende conto che il moltiplicarsi degli adempimenti e delle connesse responsabilità che toccano l’apice proprio nei mesi estivi, ci ha reso tutti dei semplici segretari dell’Amministrazione Finanziaria? Che non abbiamo più una vita normale e che a stento riusciamo a chiudere lo studio il giorno di Ferragosto?

Ma i nostri rappresentanti – mi chiedo – sono consapevoli di tutto ciò? Se lo sono, è grave il modo in cui difendono i propri iscritti. Se non lo sono (cosa di cui sono convinto) si assiste e si conferma, ancora una volta, che arrivati in alto, ci si scorda o forse non lo si è mai saputo, cosa accade giù.
Giù, miei cari rappresentanti, vi è una base delusa, sconfortata e amareggiata per come avete difeso i diritti degli iscritti.
E considerata la scarsa importanza che avete dato a tutti noi, non ci resta che rivolgerci a San Gennaro, forse lui ci darà ascolto e farà il miracolo.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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