13 aprile 2011

Promesse dimenticate

A cura di
Antonio Gigliotti

Autore: Antonio Gigliotti
Primo maggio. Una data che molti ricordano per il concerto a Roma per festeggiare tutti i lavoratori. Una data che quest'anno sarà ricordata anche per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Una data che ha importanza anche per il mondo dei negozianti. A partire dal primo maggio, per effetto di una norma introdotta dal dl78/2010, al momento di una vendita con un importo superiore a 3.600 euro dovranno oltre che certificarla con uno scontrino o una ricevuta fiscale richiedere il codice fiscale al cliente.
Tale adempimento, ci hanno detto, serve per essere di supporto al cosiddetto spesometro e cioè' al nuovo redditometro che poggia proprio sulla spesa effettuata dal contribuente. Questi dati saranno poi riportati in un elenco che sarà trasmesso al fisco entro il 30 aprile 2012.
Ma cerchiamo di capire quali saranno gli effetti di questo nuovo (ed ennesimo) adempimento richiesto. E se sarà davvero utile al fisco.

Ipotizziamo il caso del negoziante che in data 10 maggio ha venduto merce per un totale di 3.800 euro. Alla luce di ciò che abbiamo appena detto, questi dovrà richiedere il codice fiscale al cliente, che se ha con sè il tesserino potrà fornirlo con facilità. In caso contrario, cercherà' di ricordarlo e quindi dettarlo. Successivamente il negoziante sullo stesso foglio in cui ha riportato il codice fiscale
dovrà riportare gli estremi dello scontrino emesso. Il tutto, naturalmente, sarà da portare al commercialista. Commercialista che dovrà compilare sul proprio computer l'elenco, inserendo manualmente tutti i dati raccolti dal negoziante.
Ma immaginiamo per un istante cosa potrebbe accadere se il 27 marzo 2012 un collaboratore di studio mentre inserisce i dati gli segnala un errore riguardo al codice fiscale.
Si dovrebbe chiamare il cliente e chiedergli chi è venuto il 28 settembre nel suo negozio. Non oso immaginare quante probabilità esistano che il negoziante si ricordi questo particolare.

Quale la morale di questa favola, che purtroppo favola non è?
Ora, se consideriamo che siamo chiaramente in un periodo dove è facile lasciarsi andare in ambiziosi proclami. Dove, come ricordavo ieri, tutto è "parole, parole, parole". Non sorprenderà pensare a circa un mese fa, quando il direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera, per venire incontro a tali problematiche e, soprattutto ridurre i casi in cui era necessario acquisire il codice fiscale, ha dichiarato: "Stiamo valutando di escludere la comunicazione dei dati per gli acquisti con carta di credito".
Con piacere abbiamo ascoltato quell'affermazione. Ma che fine ha fatto? Considerato che fra due settimane si parte con questo adempimento e dunque non ci sono più tempi tecnici per agire.

Ancora le solite parole, ancora niente fatti. Oramai siamo stanchi delle solite promesse di semplificazione se poi tutto, come di consueto, si risolve in ulteriori adempimenti per lo studio professionale che è, letteralmente,' al limite delle forze. E l'entusiasmo per sopportare la pesante burocrazia inizia a venir meno.
Certamente mantenere quella promessa sarebbe stato importante e forse lo sarà ancora se mantenuta. L'unico dato certo, per ora, è che per escludere le operazioni superiori a 3600 euro dalla certificazione se effettuate con carta di credito è necessario una norma. E visti i tempi si può dire: "promessa non mantenuta".
Noi siamo qui per ricordarle tutte!
 Redazione Fiscal Focus
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