22 maggio 2014

TASI: LA TASSA DELL'IGNORANZA

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

nonostante la rassicurazioni (o sedicenti tali) proferite da più parti dai vari politicanti e governanti di turno, in Italia e tra i commercialisti serpeggia un’unica certezza: tra pochi giorni si scatenerà l’inferno! Sarà proprio quando inizieremo a metter mano seriamente sull’ennesimo obbrobrio fiscale, quello della Tasi, che ci renderemo conto nel concreto di tutte quelle difficoltà che l’imposta porta in seno.

Nei lunghi anni di studio e di pratica abbiamo imparato che i tributi dovrebbero essere semplici e chiari, facilmente applicabili e comprensibili dai contribuenti, nonché costanti. Ebbene guardiamo la Tasi: non siamo forse al cospetto di caratteristiche esattamente opposte? Un monumento al caos, alla vessazione e alla disperazione.

Tassa nata male, con un difetto fin dall’origine: l'assenza di detrazioni. Abbiamo gridato già da diversi giorni quali saranno le difficoltà che avremo con questa ennesima tassa, che creerà confusione negli studi, peraltro già oberati. A simili ostacoli se ne aggiunge pertanto un altro.

Inoltre, la proroga concessa qualche giorno fa non serve a niente se non a peggiorare la situazione. Ebbene neanche il tempo di leggere il comunicato che spostava la scadenza della sola Tasi in assenza di delibera comunale a settembre, che già le dichiarazioni del presidente dell'Anci, Piero Fassino (Fassino chi? Direste voi... dicono sindaco di Torino), mi fanno sobbalzare! Il numero uno dei sindaci italiani ha preannunciato una proroga della proroga al 16 ottobre invece del 16 settembre. Ma qui sembra veramente di essere su scherzi a parte! Evidentemente esperto in diritto tributario e grande conoscitore della materia fiscale (!), nella sua esposizione della problematica fiscale Fassino arrivava ad affermare che comunque la tassazione rispetto all'IMU è inferiore, in quanto questa aliquota era del 4 per mille con punte del 6 per mille, mentre la Tasi è al 2,5 per mille e con la maggiorazione può arrivare al massimo al 3,3 per mille.

E bravo il prof Fassino! Ma che studiate a fare diritto tributario, scienze delle finanze o economia, cari ragazzi all'università, quando poi siete costretti a sentire simili affermazioni da uno che addirittura è sindaco di una delle più grandi di città d'Italia, oltreché presidente dell'ANCI. A tal proposito occorrerebbe ricordare all’illustre studioso che all'epoca dell'Imu, anche se la stessa sull'abitazione principale era del 4 per mille, vi erano per legge delle detrazioni d'imposta che annullavano la stessa. Invece con la Tasi, anche se l'aliquota sembra inferiore, non vi è analogo obbligo di detrazioni per i comuni, circostanza che ha già portato degli aumenti rispetto all'IMU sull'abitazione principale. Dovremmo ricordare all’illustre professore che le detrazioni con la Tasi sono opzionali, vale a dire che possono esserci o non esserci, condizionate dai bilanci degli enti locali e in molti casi abbiamo già visto che alcuni contribuenti sono chiamati a pagare la Tasi relativa ad abitazioni per le quali non hanno mai versato l'Imu.

Inoltre le detrazioni libere stanno moltiplicando vertiginosamente le variabili dei comuni che prevedono decine e decine di sconti e agevolazioni diverse, con una situazione generale che tra IMU e Tasi prevede fino a circa 180.000 parametri locali diversi.

Inoltre ricordo a Fassino che prima avevamo solo l'Imu, ora è sufficiente avere due alloggi nello stesso comune e uno sfitto (perché ad esempio ereditato) e per quest’ultimo vedremo applicate TASI, IMU, IRPF E TARI, alla faccia della semplificazione!

Fra l'altro questo valzer di scadenze sta rendendo il tutto ancora più caotico di quanto era accaduto con l'Imu, per cui è proprio vero che non c'è mai limite al peggio. E poi mi preme sottolineare altresì che la legge di stabilità prevedeva l'obbligo per i comuni di inviare i bollettini pre-compilati con gli importi da pagare; purtroppo però non solo non arrivano i bollettini, ma addirittura siamo nella confusione totale per il calcolo dello stesso tributo, e di questo dobbiamo anche ringraziare l'illustre professore che rappresenta a livello nazionale i comuni.

A questo punto mi chiedo, ma certi personaggi non farebbero meglio a star zitti?
Il mio consiglio per questa gente è il solito: meglio non parlare e dare la sensazione di essere, che parlare e darne certezza!

Per quel che concerne i miei colleghi invece, direi che è giunto il momento di uscire dagli studi e iniziare a far sentire la nostra voce. Dobbiamo prendere coscienza del caos che ci attende, anche perché (ahimè) se non ci difendiamo da soli non ci stanno santi in paradiso!!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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