L’intera disciplina della revisione legale in Italia ha subito una notevole evoluzione normativa riconducibile al
D.lgs. 39/2010 che ha apportato modifiche alle regole della Revisione Legale; infatti, prima di essa l’intera funzione di controllo contabile era affidata al collegio sindacale. L’attività di revisione si sviluppò inizialmente in Italia con l’intento di offrire servizi a gruppi esteri proprietari di società operanti sul territorio nazionale. Successivamente la revisione si è estesa a tutti quei bilanci societari il cui assoggettamento a revisione è stato reso obbligatorio per legge fino al coinvolgimento delle aziende che utilizzano il bilancio come strumento di comunicazione verso azionisti, clienti e fornitori attribuendo così grande valore all’istituto della revisione contabile.
Negli ultimi anni la riforma del diritto societario e il recepimento di Direttive Europee, come la direttiva 2014/56/UE, hanno ampliato la base di società soggette alla revisione legale prevedendo una serie di norme più specifiche e stringenti con il fine ultimo di prevenire le crisi finanziarie. L’intera attività della revisione legale, secondo l’applicazione dei principi di revisione ISA Italia, diviene obbligatoria per tutte le S.P.A. e per tutte le società sopra certi limiti dimensionali. Con riferimento al vero e proprio mercato della revisione in Italia è più corretto utilizzare una terminologia diversa riferendosi non al mercato in senso stretto ma alla “domanda” di revisione contabile poiché si tratta di attività professionali regolate e vigilate dalla Consob e dal Ministero competente.
Ad oggi, le norme sulla revisione legale, sono praticamente uguali in tutta la UE così come l’intera disciplina è riconosciuta e applicata a livello globale. Emergono quindi i benefici dell’attività di revisione riconducibili al rafforzamento della credibilità dell’azienda nei confronti di terzi come istituti di credito, clienti, fornitori e dipendenti, al rafforzamento della credibilità dei dati di bilancio o di situazioni contabili straordinarie come acquisizioni o cessioni di aziende.
Fondamentale risulta essere per le aziende l’opportunità di presentarsi su ogni tipo di mercato nazionale, internazionale, mercato dei finanziamenti o dei capitali, tutto questo con la testimonianza della relazione della società di revisione che evidenza la correttezza e l’adeguatezza finanziaria sulla base dei principi contabili di riferimento. Tuttavia, risulta fondamentale evidenziare per le aziende l’occasione di crescita professionale con riferimento alla struttura amministrativa interna, e ciò in virtù del confronto con il revisore caratterizzato dalla dimostrazione di esperienze diversificate e aggiornate riferendosi all’intero quadro normativo. La ratio dell’istituto in esame risulta quindi essere quella di tutelare anche interessi esterni alla società, il revisore ha infatti obblighi e responsabilità nello svolgimento del proprio ruolo professionale verso i terzi portatori di interesse quali investitori o finanziatori, e non solo verso la società oggetto dell’incarico e cliente.
Rimane comunque importante l’indipendenza in capo al revisore in base alla quale egli non può accettare l’incarico di audit in presenza di circostanze di incompatibilità per non compromettere l’indipendenza del suo giudizio e dello svolgimento del proprio incarico poiché il lavoro di revisione senza indipendenza perderebbe totalmente di rilevanza. In presenza di minacce alla propria indipendenza egli rinuncerebbe alla proposta dell’incarico anche in seguito alla valutazione della potenziale clientela oppure in situazioni di conflitto di interessi rispetto ad altre società già clienti. Infine, tra i soggetti iscritti nel Registro dei Revisori risultano esserci sia società di revisione (tra le iscritte emergono le 4 grandi società a matrice internazionale), sia persone fisiche in possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa di riferimento e attualmente gli iscritti risultano essere circa 600 le società e centomila circa le persone fisiche.